cronaca

Restituita una lettera del 1945 al discendente diretto di un maresciallo dei Carabinieri Reali

martedì 16 aprile 2024
di D.P.

"Mio caro Davide, nella speranza ti giunga questa mia lettera, onde tu possa essere tranquillo sul nostro stato...". Questo l'incipit della lettera scritta da Laura Ferri, moglie del maresciallo dei Carabinieri Reali, David Ceccarelli, e inviata da Montiano, Forlì, il 23 gennaio del 1945. La missiva, in realtà, non giunse mai nelle mani del militare, ma nel pomeriggio di lunedì 15 aprile è stata recapitata al figlio, Fabio, che all'epoca aveva 4 anni, alla presenza del colonnello Antonio De Rosa, comandante provinciale dei Carabinieri di Terni, alla Compagnia di Amelia dove l'uomo, classe 1941, risiede.

La lettera al centro della semplice, ma sentita cerimonia di restituzione è stata rinvenuta su un'asta online da Guido Antoniazzi, maresciallo capo dell'Arma in congedo e presidente dell'Associazione Collezione Antoniazzi – Museo dei Carabinieri di Conegliano, in provincia di Treviso, che, con l'ausilio dei Carabinieri dell'Arma territoriale ha curato la ricostruzione storica della vicenda. Grazie ad una meticolosa attività di ricerca si è arrivati così all’individuazione del diretto discendente dell’estensore della missiva, restituendogli un importante ricordo legato alla memoria del padre.

Fin dal 1930 la Famiglia Antoniazzi ha iniziato a raccogliere preziosi cimeli relativi all’Arma dei Carabinieri, attività tuttora in itinere attraverso continue acquisizioni. Fu il capitano veterinario Guido Antoniazzi ad avviare la prima raccolta di cimeli riferiti ai Carabinieri Reali che costituirono il nucleo originario di una rilevante collezione. Iniziativa proseguita dal figlio Carlo che, per trovare un’idonea collocazione al posseduto, decise di ampliare la residenza di famiglia. Una passione ed un patrimonio spirituale e materiale ereditati dal nipote Guido.

Lo scopritore di quest'ultima preziosa missiva storica, che ha inevitabilmente suscitato emozione, ha perpetrato la tradizione familiare integrando la raccolta con rilevanti acquisizioni, curando il riordinamento dell’intera collezione e consentendole di assurgere a dignità di esposizione permanente. È nato così il Museo dei Carabinieri Reali, oggi custodito in una porzione di Villa Rossi, suggestiva costruzione ottocentesca immersa nel verde delle colline coneglianesi, nel Trevigiano, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall'Unesco.

Il percorso espositivo di 60 metri quadri attraversa la Sala delle Daghe fino a giungere alla Sala dei Moschetti. Uniformi e copricapi, armi, cimeli, documenti, medaglie e vario materiale iconografico narrano, attraverso itinerari individuali di sacrificio e di valore, la storia dei Carabinieri Reali, dall’istituzione del Corpo nel 1814 – ripercorrendo le campagne risorgimentali, l’avventura coloniale, la Grande Guerra, la proclamazione del Regno d’Italia ed il Secondo Conflitto Mondiale – sino a giungere alla nascita della Repubblica Italiana.

Quanto a David Ceccarelli nacque a Castiglione del Lago il 29 luglio 1897. Giovane carabiniere, prese parte alla Prima Guerra Mondiale, meritando un encomio tributato dal Comando della 2° Armata ai militari del reparto a cui era effettivo, il 247esimo plotone mobilitato, dove con tutta probabilità restò effettivo anche nell’ottobre 1917 e, con esso, prestò servizio a tergo delle truppe schierate sull’Altopiano della Bainsizza e nelle retrovie per regolare il transito dei militari, del carreggio e delle salmerie, rimanendo in seguito coinvolto nella manovra di ripiegamento.

Il 20 agosto 1920 fu insignito della Croce al merito di guerra. Nel corso del Secondo Conflitto Mondiale, con il grado di maresciallo d’alloggio, era effettivo alla Legione Territoriale dei Carabinieri di Firenze e fu inquadrato nella gloriosa 2° Compagnia del VII Battaglione Carabinieri. L’8 settembre 1943 era dislocato con il proprio reparto nell’Isola di Cefalonia. Appresa la notizia dell’Armistizio e a seguito della decisione della Divisione "Acqui" di opporsi al disarmo da parte dei tedeschi, il capitano Giovanni Mario Gasco, ordinò il concentramento ad Argostoli.

Da qui il contingente si trasferì a Procopata, insieme al Comando della Divisione. A seguito delle note vicende, i superstiti furono disarmati e concentrati nel Forte "Mussolini", dove subirono la rappresaglia nazista, particolarmente cruenta nei confronti degli ufficiali, molti dei quali furono fucilati. Tra loro, anche il capitano Gasco, comandante della Compagnia. Ceccarelli fu catturato dai tedeschi il 23 settembre 1943 ad Ossos, in Grecia, ed inviato prima al campo di concentramento di Argostoli e, dopo pochi giorni, a quello di Atene, dove rimase fino al successivo 27 novembre, per essere quindi deportato al campo di concentramento 184 di Pinst, in Polonia.

Il 2 febbraio 1944 fu trasferito in Russia, a Petricow e, dopo qualche tempo, a Siskovic, per giungere infine a Lotzen, nella Russia orientale. Fu liberato il 27 gennaio 1945 e inviato a Cumbin, luogo in cui rimase fino al 5 giugno 1946, giorno in cui partì per far rientro in patria. Tornato in forza alla Compagnia Comando della Legione Territoriale dei Carabinieri di Bologna, David Ceccarelli fu inviato in licenza di convalescenza a Badia di San Cristoforo di Castiglione del Lago, dove a quel tempo risiedeva con la famiglia, restando in attesa del trattamento di quiescenza.