cronaca

Comitato a Scuola Umbria: "A fronte dell'ordinanza del Tar andremo avanti"

mercoledì 14 aprile 2021
Comitato a Scuola Umbria: "A fronte dell'ordinanza del Tar andremo avanti"

"L'apertura delle scuole è stata possibile non solo per un abbassamento dei contagi, la curva già fletteva a inizio febbraio, ma soprattutto per il lavoro di monitoraggio portato avanti dalla nostra associazione". A dirlo è il Comitato a Scuola Umbria, all'indomani dell'intervista rilasciata dall'avvocato Paolo Pagliacci, socio fondatore e segretario, durante l'edizione delle 14 del TgR Umbria di mercoledì 14 aprile.

"In particolar modo - spiegano dall'associazione - ci riferiamo alle lettere che in questi mesi abbiamo inviato al Cts umbro: conoscendo la normativa legale abbiamo ritenuto opportuno mettere in evidenza ai suoi componenti il ruolo che erano tenuti a ricoprire nell'emettere collegialmente i propri pareri, che ritenevamo essere solo consultivi.

Ci siamo accorti che la Regione ha però usato più volte il Cts come scudo a difesa delle scelte perpetuate nelle ordinanze, a nostro avviso illegittime, cercando in qualche modo di scaricarne la responsabilità sul cts. Una nostra prima lettera è stata inviata il 25 febbraio e sottolineavamo proprio il ruolo dello stesso Cts, quale organo consultivo, che emette pareri di natura non vincolante (come ritenuto in calce alle ordinanze), riportando che nel DD 2585/2020 le funzioni di tale organo sono cosi descritte:

• Fornire indicazioni e strategie a supporto dell'attività regionale in relazione alle scelte e alle azioni che dovranno essere adottate dalla Giunta Regionale per il superamento dell'emergenza sanitaria legata al Covid -19, nel rispetto degli indirizzi del Ministero della Salute.

E' evidente che questo era ben noto alla regione, che però ha sempre dichiarato di non poter far altro che prendere per "oro colato" queste indicazioni, e riferendo con i media, nonchè nelle sue stesse ordinanze, solo una parte del contenuto dei verbali del Cts, quello relativo all'ipotesi di chiusura delle scuole.

A seguito di nostra istanza di accesso agli atti siamo però venuti in possesso di tali pareri, e ci siamo accorti che detta chiusura non era l'unica azione da intraprendere ma che anzi più volte il Cts aveva richiesto un lockdown serrato che la Regione non ha mai attuato, usando la scusa della natura vincolante dei pareri del Cts solo per ciò che riteneva più opportuno.

Abbiamo deciso a questo punto di inviare una lettera legale tramite raccomandata ad ogni componente del Cts, ricordando nuovamente la natura dello stesso, ma sottolineando che nell'adempienza del loro compito era importante non solo che valutassero bene le azioni intraprese e consigliate in relazione all'andamento dei contagi ma anche tutte le ricadute che le stesse potevano avere in termini non solo economici ma sopratutto psicologici per le ragazze e i ragazzi.

In presenza del Dl del 2 marzo abbiamo anche sottolineato come il parametro applicato di 200/100000 (idea tutta Umbra questa) fosse del tutto illegittimo e quindi argomento passibile di censura. Abbiamo quindi chiesto che fosse applicato il principio di ragionevolezza in base al quale la compressione di un diritto costituzionalmente garantito non è ammissibile quando è irragionevole, motivo peraltro che ha portato il consiglio di Stato ha rigettare l'appello dell'Avvocatura di Stato, chiedendo evidenze scientifiche che dimostrassero la necessità oggettiva di questa azione.

Siamo quindi contenti di constatare che il Cts ci stia ascoltando e che finalmente si sia capito attraverso la letteratura scientifica che va dalla Gandini, al rapporto del Iss, alla stessa Oms che la chiusura delle scuole debba avvenire come ultima risorsa, in quanto comporta dei costi elevati sopratutto sul piano del benessere psico fisico ledendo comunque il diritto alla salute.

Di certo c'è che anche a fronte all'ordinanza emanata dal TAR dell'Umbria questa mattina, noi andremo avanti, sostenendo con forza che la Regione, abusando del suo potere di ordinanza, con provvedimenti di breve durata ripetitivi, cui la tutela amministrativa non fa in tempo a pronunciarsi prima che decadano, e coprendosi dietro al Cts dipingendolo come organo consultivo vincolante, potrebbe essere perseguibile di eventuali azioni anche sul piano penale".