cronaca

"La scuola, anche e soprattutto in pandemia, deve essere considerata un bene essenziale"

sabato 10 aprile 2021
"La scuola, anche e soprattutto in pandemia, deve essere considerata un bene essenziale"

"La prossima settimana i ragazzi e le ragazze tornano a scuola anche in Umbria, sarà una settimana di festa. Non perché li avremmo finalmente parcheggiati tutti a ma perché si riapproprieranno finalmente dei loro spazi di vita, della loro indipendenza, della loro socialità fuori dalle quattro mura delle loro camerette, non adatte a contenere l'universo emozionale dell'adolescenza. Ci sarà un giorno forse - e lo speriamo con tutto il cuore - in cui la politica chiederà scusa al suo bene più prezioso: il futuro delle nuove generazioni. In Umbria questo dovrà essere fatto più che nel resto dell'Italia visto che siamo e saremo citati nei libri di storia come la regione d'Europa che ha chiuso le scuole più a lungo degli altri.

Pur comprendendo che affrontare una pandemia non sia cosa semplice, abbiamo amaramente preso cosciena in questi lunghi mesi di battaglie che la paura e il terrore hanno offuscato la mente di molti e lunedì mattina ci sveglieremo con un'amara consapevolezza: che la scuola continua ad essere, nella visione di tanti, un elemento marginale della nostra società e che i nostri figli devono ricordarsi in ogni luogo e in ogni momento di non disturbare, di non avere pretese, di respirare il più piano possibile. Ma questo non vale per noi, per noi che combattiamo da mesi, prima da soli e poi uniti sotto un'unica associazione formalmente riconosciuta. La battaglia portata avanti, sia sul fronte legale che su quello della richiesta di misurate azioni restrittive legata ai dati, è stata essenziale per arrivare a tutto questo, a volte estenuante e faticosa ma sempre fondamentale.

Non abbiamo mai preso sottogamba il virus, non siamo negazionisti, non siamo no vax, ma anzi con precisione certosina grazie alla nostra presidente, Francesca Leone - statistica - abbiamo giorno dopo giorno studiato i dati, monitorato la dashboard, contattato Sara Gandini e ricercato tutte le evidenze scientifiche che potessero mostrare quali fossero i rapporti costi-benefici di questa prolungata chiusura. E pian piano, facendo informazione, invertendo la narrazione dominante e non parlando per mera utopistica ideologia il vento è cambiato. Ma non ci fermeremo qui. E per questo saremo in Piazza del Popolo a fianco degli altri comitati della Rete Nazionale Scuola in Presenza a dire che la scuola anche in pandemia, e soprattutto in pandemia, deve essere considerata un bene essenziale e che il diritto alla salute non può essere considerato solo in funzione della lotta contro il Covid, ma anche dell'intero benessere psico-fisico.

Non ci fermeremo davanti a condanne o insulti di nessun genere perché vogliamo riportare al centro loro: i nostri ragazzi e lo faremo tessendo le fila giorno dopo giorno di quella comunità educante che è essenziale per la creazione di una società migliore. Lo abbiamo scritto anche nel nostro statuto. La nostra guida filosofica è il proverbio africano che afferma che per crescere un bambino serve un intero villaggio: per questo ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze serve la scuola, per essere parte integrante di questo villaggio, decodificarne i simboli, innovare la cultura dominante e non apprenderla passivamente, e trovarne un significato tanto individuale quanto collettivo. La nostra attività parte da qui e ripartirà da qui per cercare di migliorare e tutelare nel futuro la scuola e coloro che ne sono parte. Ci siamo costituiti anche per questo: per essere un punto di riferimento di genitori, docenti, ragazzi e ragazze, per collaborare con la scuole e con le istituzioni al fine di poter offrire la migliore educazione scolastica che bambine, bambini, ragazze e ragazzi si meritano, oggi più che mai!".

Fonte: Comitato a Scuola Umbria