cronaca

Il Sappe chiede un'ispezione sullo stato di salute del Carcere di Orvieto

martedì 8 settembre 2020
Il Sappe chiede un'ispezione sullo stato di salute del Carcere di Orvieto

Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria chiede che venga disposta un'ispezione mirata sullo stato di salute del Carcere di Orvieto. Lo fa all'indomani dell'aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un ispettore capo del Corpo. Un episodio, tuttaltro che isolato, che riaccende i riflettori sulle criticità della struttura di Via Roma.

"Ad Orvieto - ribadisce il segretario generale, Donato Capece - vi è il problema di una inadeguata gestione del personale di Polizia Penitenziaria, che inevitabilmente influenza in senso negativo, anche la gestione dei detenuti. La Casa di Reclusione consta di un'unica sezione detentiva formata da tre bracci. Per come è strutturata, non vi è la possibilità di dividere la popolazione detenuta  presente, tanto che i reclusi fruiscono degli stessi spazi comuni, completamente aperti, fino alle 19.

E' inopportuna la presenza ad Orvieto di soggetti come quello che brutalmente ha preso a pugni l'ispettore capo, minacciando di ucciderlo, solo perché gli era stato comunicato - va detto, dopo diversi solleciti andati a vuoto - che il direttore lo avrebbe chiamato dopo il rientro dalle proprie ferie. Un soggetto condannato definitivo per omicidio aggravato e con un trascorso penitenziario pesante.

Ad aggravare la situazione c’è il fatto che ad Orvieto si sta lavorando con una media di dieci assenti di lunga data di cui sei per patologie riconducibili all’ansia e allo stress, su una base di poco più di cinquanta unità. E tantissimi altri sono stati i colleghi, dal 2016 ad oggi, che si sono presi un lungo congedo dall’istituto perché le condizioni lavorative sono di gran lunga peggiorate e i rapporti con i vertici dell’istituto completamente inesistenti".

"Possibile - aggiunge Capece in una lettera indirizzata alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse del Dipartimeno dell'Amministrazione Penitenziaria e al Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziari per l'Umbria e la Toscana - che in un’organizzazione complessa così importante come quella del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nessuno si stia chiedendo perché? Nessuno si domanda come mai così tanti colleghi accusano patologie legate allo stress, all'ansia, tanto da non riuscire più a lavorare in un ambiente come quello della Casa di Reclusione di Orvieto?

Nessuno si pone il problema del fatto che, riducendosi drasticamente il numero di personale assente per lunga data, al quale devono essere sommati i pensionamenti di colleghi non sostituiti e molti che sono prossimi alla pensione, si crea un ambiente favorevole per i detenuti più facinorosi, che vedono bene le falle del sistema e l’impossibilità di contrastare certi loro destabilizzanti comportamenti?

Oltretutto, non si riesce a garantire il rispetto del regime disciplinare che è il presupposto del trattamento penitenziario. Si continua colpevolmente a 'prelevare' personale dal servizio d’istituto e impiegarlo come falegname o come fabbro, come barista e come sarto, nonostante gli impegni formali assunti dal neo-direttore in missione a tempo determinato di esperire i bandi per l’assunzione dei capi d’arte.

Quel poco personale di Polizia Penitenziaria di Orvieto rimasto è stanco di dover quotidianamente prestare servizio in condizioni pericolose e critiche a volte ci sono addirittura difficoltà nell’assentarsi per consumare i pasti nei posti di servizio interni, negli uffici operativi non c’è sufficiente personale ed in tutto questo chi dovrebbe motivare il personale, chi dovrebbe far sentire la propria vicinanza, non c’è!".

Di qui la richiesta del Sappe affinché "venga disposta un’ispezione mirata ad accertare le responsabilità di chi ha condotto l’istituto orvietano in queste condizioni". Il sindacato chiede "che vengano sentite direttamente le persone assenti da lunga data così da ascoltare con orecchie proprie quali siano le cause di tutto questo assenteismo". L'auspicio è che si ponga la giusta attenzione che meritano gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria di Orvieto.