cronaca

Sciame sismico al Lago di Bolsena, l’allarme dei sindaci sul Corriere della Sera

lunedì 25 maggio 2020
Sciame sismico al Lago di Bolsena, l’allarme dei sindaci sul Corriere della Sera

Anche il primo quotidiano d’Italia raccoglie l’appello dei 31 sindaci del bacino Umbro Laziale che in queste settimane si stanno battendo per fa arrivare al Governo italiano le loro preoccupazioni sulla realizzazione di un impianto geotermico pilota nella zona dell’Alfina.

La vicenda, riportata in un articolo firmato da Rinaldo Frignani, ripercorre l’avvio di questa strano sciame sismico e le preoccupazioni dei sindaci della Tuscia Umbro-Laziale rappresentate in un documento firmato e inviato ai massimi esponenti dello stato Italiano.

Di seguito l’articolo del Corriere della Sera.

Terremoto, allarme al lago di Bolsena. E 31 sindaci scrivono al premier Conte

Oltre ottanta scosse sotto il 3° Richter da aprile, 20 nell’ultima settimana. I primi cittadini: «La gente ha paura, fermate le rilevazioni geotermiche, potrebbero peggiorare le cose». In passato eventi disastrosi, attorno al bacino attive ben 14 società

di Rinaldo Frignani

Fra aprile e maggio sono state registrate oltre 80 scosse. Solo nell’ultima settimana una ventina, con magnitudo massima di circa 3° della scala Richter. Una sequenza, perché ormai di questo si può parlare, che ha interessato tutta la zona attorno al lago di Bolsena, già colpita in passato da terremoti anche disastrosi, al punto che una trentina di sindaci, quattro dei quali della confinante provincia di Terni, hanno scritto alle massime istituzioni dello Stato per informarle di quello che sta accadendo, nel timore di scosse più forti capaci di provocare danni ingenti, ma anche per sensibilizzarle affinché vengano interrotte le procedure tecniche che entro breve dovrebbero portare all’apertura di cantieri per gli scavi geotermici in un territorio vulcanico. Una situazione che preoccupa e molto non solo gli amministratori locali della provincia di Viterbo, ma anche gli stessi cittadini in una zona a forte vocazione turistica che cerca di riprendersi dopo il lockdown. Ma con la terra che trema in continuazione, in questo caso per motivi naturali, tutto viene messo in discussione, e secondo i sindaci quegli scavi, da sempre al centro di dubbi e polemiche, potrebbero solo peggiorare il quadro.

Fra i destinatari della lettera, oltre al premier Giuseppe Conte e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ci sono tre ministri – dello Sviluppo economico, dell’Interno e dell’Ambiente. E il prefetto di Viterbo. Sul tavolo c’è il progetto per la realizzazione della centrale geotermoelettrica Nuova Latera, attualmente sottoposto a valutazione di impatto ambientale alla Regione. In pratica i sindaci, partendo da uno studio sui rischi che scavi geotermici potrebbero provocare nel distretto vulcanico Vulsino, vicino Latera, sottolineano come possano essere innescati eventi sismici «con magnitudo rilevante e potenzialmente distruttiva». D’altra parte in quel territorio già in passato si sono verificati eventi gravi, l’ultimo dei quali nel 2016, ma ancora prima negli anni Settanta e negli anni Cinquanta. Secondo il vice sindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte, «c’è in corso uno sciame sismico e non vorremmo che la situazione, con gli scavi geotermici, potesse peggiorare. Le esperienze del passato di queste iniziative non sono state positive e le stesse società hanno lasciato perdere. Gli scavi andrebbero a chilometri di profondità, coinvolgendo le faglie ma anche le falde acquifere con il rischio che vengano inquinate dalle sostanze tossiche - ammonio, azoto, cobalto - presenti nel sottosuolo. Fra l’altro qui in zona ci sono centri storici, palazzi e castelli di epoca medievale, oltre che un’economia basata sugli agriturismi, che rischiano drammatiche conseguenze in caso di un sisma violento».

Dello stesso avviso il primo cittadino di Graffignano Piero Rossi, fra i firmatari del documento nel quale viene riportato uno studio svolto in Toscana, in una situazione analoga a quella del lago di Bolsena. Per Francesco Di Biagi, sindaco di Latera, una delle cittadine potenzialmente più esposte, una piccola isola felice con 850 abitanti che d’estate con i vacanzieri arrivano a poco più di mille, «la situazione ci preoccupa non poco visto che noi siamo in zona sismica 2B. Già anni fa con le prime perforazioni si erano verificate delle scosse. Non vorremmo che con l’inizio dei lavori ce ne siano altre che si aggiungerebbero a quelle di queste settimane». A tutt’oggi l’unica centrale pronta a partire, ma in attesa dell’autorizzazione dal 2011, è quella di Castel Giorgio, in provincia di Terni.

Attualmente, per avere una fotografia della situazione sul territorio, in un area di 500 chilometri quadrati e 31 comuni, ci sono 18 titoli minerari attorno al lago di Bolsena: per nove di essi ci sono altrettante società pronte a partire con le perforazioni e altre nove che sono ancora in attesa delle risposte di Stato e Regione. C’è chi ha impianti pilota e chi ha permessi di vario genere per poter estrarre risorse geotermiche, catalogate come energie rinnovabili provenienti dalle aree magmatiche. In pratica sacche a chilometri di profondità dalle quali prelevare energia. In due casi, Castel Giorgio appunto e Torre Alfina, secondo i sindaci, le rilevazioni e gli scavi starebbero per cominciare, dopo una dura battaglia a colpi di ricorsi al Tar da parte dei cittadini, dei sindaci e delle Regioni Lazio e Umbria.

 


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