Rischiava di perdere le mani, salvo grazie all'intervento del dottor Lorenzo Bocchino

Garantire cure urgenti con massima qualità e sicurezza, grazie a protocolli e percorsi dedicati che consentono di operare e curare qualsiasi paziente, compresi quelli Covid. Seppure la prima fase dell'emergenza abbia, inevitabilmente, imposto una riduzione delle attività specialistiche ci sono realtà come l'Azienda Ospedaliera di Terni che continuano a fronteggiare le necessità dell'utenza. E professionisti che, anche nei giorni impossibili, svolgono con competenza la propria missione.
Tra i camici in prima linea c'è Lorenzo Bocchino, classe 1984, ortopedico in forze nella Struttura Complessa di Chirurgia della Mano e Microchirurgia del Santa Maria di Terni, tra i pochi ospedali a poter vantare un simile reparto specializzato nelle cure dell'arto superiore. Non arrivano a 15 in tutto il Paese. Nel Centro Italia, i più vicini sono quelli di Roma, Firenze ed Ancona. Quanto al giovane orvietano, da circa due anni, è presente anche al Centro Medico Polispecialistico "Abbadia Medica", ai piedi della Rupe.
"Questi – afferma – sono interventi particolarmente difficili da eseguire dal momento che si ha a che fare con vasi e nervi della grandezza di pochi millimetri e non sempre vanno a buon fine". Eppure, tenendo fede al Giuramento di Ippocrate, oltre che ai suoi studi all'Università Cattolica del Sacro Cuore e a una precedente esperienza al Policlinico "Agostino Gemelli" di Roma, con la collaborazione del personale infermieristico e dei tecnici di Radiologia, in sala operatoria si è fatto valere.
L'ex studente del Liceo Classico "F.A. Gualterio" ha eseguito, infatti, il reimpianto del pollice della mano destra e la sutura dei tendini e dei nervi della mano sinistra ad un 34enne perugino che, sabato 28 marzo, mentre eseguiva in casa dei lavori di falegnameria con una sega circolare, aveva finito per amputarsi in maniera pressoché totale il dito e aveva subito gravi lesioni delle strutture tendinee e nervose dell'altra mano. Rischiava, insomma, di perderne per sempre l'uso.
Dal Santa Maria della Misericordia di Perugia era stato trasferito d'urgenza al nosocomio ternano, dove l'équipe diretta dal dottor Antonio Azzarà, lo aveva sottoposto ad un delicato intervento durato 5 ore e mezzo. "Dopo 48 ore – spiega quest'ultimo – la parte reimpiantata era già vitale in buone condizioni di circolo, ma per valutare il decorso post-operatorio e la perfusione del segmento reimpiantato, il paziente è rimasto ricoverato per altri cinque-sei giorni prima della dimissione".

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