cronaca

Geotermia: la società chiede il via ai lavori, Comitati pronti alla battaglia

sabato 4 aprile 2020
Geotermia: la società chiede il via ai lavori, Comitati pronti alla battaglia

E’ cominciata a circolare come un fulmine non tanto a ciel sereno la notizia che la società, che ha progettato un impianto pilota geotermico a Castel Giorgio, ha inviato da ormai alcuni giorni al Comune la richiesta dell’inizio dei lavori.

Stando a quanto circolato negli ambienti dei Comitati per la difesa dell’Alfina la conferma sarebbe arrivata dallo stesso primo cittadino di Castel Giorgio al quale, nei giorni scorsi, è stato chiesto se le voci dell’iniziativa intrapresa dalla società fossero vere. Probabilmente nelle prossime ore il Comune di Castel Giorgio - che a fine marzo ha stretto un accordo legale con i Comuni di Acquapendente, Orvieto e Castel Viscardo per opporsi alla sentenza del Tar che autorizza l’impianto gemello a Torre Alfina - interverrà sulla vicenda.

Intanto a far sentire la voce dei comitati cittadini è Fausto Carotenuto, uno dei promotori storici delle iniziative anti-geotermia, che ha pubblicato sulla pagina Facebook del Comitato di Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio, una nota che chiama le istituzioni a opporsi subito alla richiesta di avvio lavori presentata dalla società.

Di seguito la nota di Fausto Carotenuto:

ATTENZIONE !!! E’ stata depositata presso il Comune di Castelgiorgio la SCIA per l'inizio lavori dell'impianto geotermico di Castel Giorgio a partire dal 1 Aprile. Un vero scandalo.

Durante le emergenze passano le cose peggiori, con la complicità di un Governo e di una burocrazia lentissimi a fare qualsiasi cosa utile ai cittadini, ma rapidi ed efficienti a rispondere alle lobby amiche.

Lobby che oltretutto pongono seri rischi a danno delle gente e dei territori. In pochi giorni, in piena crisi Coronavirus e da uffici ministeriali semichiusi del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico, é stata elaborata una autorizzazione finale all'impianto piuttosto complessa. Che poteva tranquillamente essere rinviata, viste le esigenze emergenziali del momento.

Questa chiara forzatura per favorire la realizzazione di un impianto che produce la miseria di soli 5 MW di energia elettrica, ma che mette a rischio la salute e i beni della popolazione di un vasto territorio e che rischia di avvelenare il prezioso lago di Bolsena. In base alle serie valutazioni di importanti scienziati.

E tutto questo a dispetto della forte opposizione di due regioni, di 40 comuni e di numerose associazioni di cittadini,
E’ un vero scandalo che richiede – nonostante le difficoltà del momento - la risposta di una forte mobilitazione popolare e delle tante amministrazioni interessate.