L'amministrazione garantisce: "A giorni la riparazione del guasto"

Non ha tardato ad arrivare replica dell’amministrazione comunale in riferimento alla segnalazione del Consigliere Comunale di Identità e Territorio, Stefano Olimpieri, sul fatto che da 20 giorni i lampioni del Piazzale della Stazione sono spenti.

“In merito al guasto alla pubblica illuminazione nel Piazzale della Pace”, fanno sapere dalla pagina Facebook del Comune di Orvieto ed evidenziano “che non si protrae da 20 giorni come erroneamente è stato indicato”, si precisa “che un primo intervento era già stato fatto dagli operai del CSM in data 20 Agosto. Questi hanno riscontrato l'impossibilità di provvedere direttamente quindi hanno provveduto a contattare una ditta locale per riparare il guasto, ora si è in attesa di un pezzo di ricambio non disponibile.

La pubblica illuminazione verrà ripristinata al massimo entro domani. L'Amministrazione riconosce l'importanza strategica di tale luogo sul quale infatti si è lavorato e attualmente c'è un punto di ristoro sempre aperto, ciononostante la ripercussione del guasto sull' offerta turistica è poco o nulla, in quanto frequentata prevalentemente nelle ore diurne. Non diminuisce certo l'esigenza di riparare il guasto prima possibile per ragioni di sicurezza e decoro della nostra città”.

Dunque la riparazione del guasto dovrebbe essere questione di pochi giorni, ma sulla replica del Comune non si comprende se l’intervento riguarda anche il piazzale antistante la stazione ferroviaria, ovvero il luogo del disservizio segnalato da Olimpieri che infatti risponde alla nota municipale.

“Ma guardate - scrive Stefano Olimpieri sul profilo del Comune - che la mancanza totale di pubblica illuminazione si riferisce a piazza Matteotti e via Gramsci che sono, rispettivamente il piazzale della stazione e della funicolare, nonché la via di accesso a tale piazza. Io non mi sono riferito minimamente a piazza della Pace. Prima di scrivere, informatevi meglio. Il fatto grave e' che la piazza e' al buio da venti giorni e neanche lo sapete, oltre a non riconoscere il luogo dalle foto”.