Madre e figli morti sull'A1, ricostruiti gli ultimi istanti della tragedia

Sono morti insieme, carbonizzati nel rogo che in pochi minuti ha divorato un'auto e distrutto un'intera famiglia. Non è stato facile risalire all'identità dei corpi, estratti dalle lamiere della Fiat Punto andata in fiamme intorno alle 15.50 di venerdì 1° luglio lungo l'A1, dopo essere stata tamponata da un'autocisterna.
A bordo dell'utilitaria viaggiavano Anna Di Cesare, 48 anni, di Ariccia, in provincia di Roma, con un passato di campionessa nazionale di karate e i suoi due figli Matteo e Samuele Travaglini, rispettivamente di 20 e 13 anni. Erano diretti in Toscana, dove il più grande avrebbe iniziato a lavorare. Nella nuova casa però sono mai arrivati. È all'altezza del chilometro 452 della carreggiata nord, a circa un chilometro e mezzo dal casello di Orvieto, che la loro vita si è spezzata.
L'esatta dinamica di quanto accaduto è ancora al vaglio degli inquirenti. Titolare del fascicolo d'inchiesta, il pm della procura di Terni Tullio Cicoria. Dagli accertamenti della polizia stradale, coordinata dal comandante provinciale Katia Grenga, è emerso che l'autocisterna scarica procedeva a velocità moderata. Poco prima del tamponamento, l'auto alimentata a benzina aveva superato il mezzo pesante. Alla guida, anche se è ancora da verificare, si trovava il figlio più grande. Sta di fatto che l'auto è rientrata nella corsia di marcia per poi rallentare a causa del traffico. Pochi chilometri più avanti era in corso un altro incidente di minore entità.
Il conducente dell'autocisterna, pur frenando, non è riuscito ad evitare l'auto, che è andata a sbattere contro il guardrail di sinistra iniziando a girare su se stessa. Quindi, le fiamme che si sono innescate dal serbatoio dell'auto, presumibilmente danneggiato nell'impatto con il mezzo pesante, senza lasciare via di scampo a madre e figli. A carico dell'uomo al volante dell'autocisterna non è stata riscontrata una condotta di guida irregolare da parte della polizia stradale.
Tempestivo anche l'arrivo dei vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di spegnimento e in quelle ancora più difficoltose di estrazione dei corpi dalle lamiere accartocciate. E ancora mezzi di soccorso meccanici e sanitari, il personale di Autostrade per l'Italia e i volontari della protezione civile. Alla polizia stradale, il compito di avvisare il padre dei due ragazzi. Dalla Sicilia, dove si trovava per lavoro, l'uomo è volato a Roma e accompagnato dal personale a Orvieto con un'auto di servizio, secondo quanto previsto dal nuovo protocollo del ministero dell'Interno. Le tre salme sono all'obitorio di Terni a disposizione del magistrato.
Tragedia sull’A1, madre e due figli carbonizzati nel rogo dell'auto
Auto in fiamme sull'A1, la drammatica sequenza dell'incendio

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