cronaca

Sulla vicenda interviene il titolare de "La Romana farine"

mercoledì 12 novembre 2003

“Diminuire le esalazioni con la geotermia era soltanto una ipotesi da studiare”. Paolo Lanzi in qualità di socio della Romana Farine fa il punto sulla vicenda che lega la sua azienda con il progetto geotermia del comune di Castel Giorgio.

“La Romana Farine rientrava nel progetto di sfruttamento della geotermia usando l’acqua calda per l’essiccazione del foraggio. Una rete di serpentine sarebbe servita a riscaldare il foraggio che quindi non essendo lascito al sole manteneva pressoché intatte le sue caratteristiche naturali e le farine vegetali prodotte potevano avere una qualità migliore. Se poi un’eventuale studio avrebbe messo in risalto la possibilità di diminuire anche le esalazione non è da escludere ma comunque non era il nostro obbiettivo”.

La Romana Farine quindi traeva beneficio dalla geotermia soltanto per l’essiccazione del foraggio e non per diminuire le esalazioni che comunque sarebbero state oggetto di un eventuale studio. Per quanto sia qualsiasi abitante di Castel Giorgio può dire che non si sono mai sentiti cattivi odori perché come ha inoltre puntualizzato lanzi l’azienda si è dota di un nuovo sistema di filtraggio che risolve il problema. La geotermia era una prospettiva di sperimentazione alla quale la Romana Farine si affacciava per aumentare la già buona qualità dei loro mangimi.

L’azienda rappresentata da Lanzi non ha nemmeno usufruito dei fondi europei perché il progetto presentato è stato bocciato dalla regione e quindi non è stato possibile costruire le altre strutture previste.


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