Si rinnova la sentita tradizione del Corpus Domini. Corteo solenne e composto e presenza delle maggiori autorità religiose e civili

Si è rinnovata a Orvieto, nella domenica del Corpus Domini, la solenne tradizione dell'ostensione, per le vie del centro, del sacro lino del miracolo di Bolsena (abitualmente conservato, in Duomo, nella cappella del Corporale) e della sfilata del Corteo Storico "Città di Orvieto", che dal 1951, per idea e volere dell'allora vescovo monsignor Francesco Pieri e per organizzazione e realizzazione di Lea Pacini, precede la processione religiosa ricreando, con i suoi quattrocento figuranti, parte della storia e dell'atmosfera dell'antico e potente comune medievale. Ricorrono proprio quest'anno venti anni dalla scomparsa della creativa, rigorosa e compianta Signora, ricordata, tra l'applauso della folla, dallo speaker che ha accompagnato l'uscita del Corteo dal Palazzo del Capitano del Popolo.
E se Lea Pacini è stata, negli anni, l'anima del Corteo e colei che gli ha dato l'impronta di fondo che, pur tra i figuranti che con le stagioni inevitabilmente mutano, il Corteo Storico ancora conserva, un plauso forse più silenzioso, ma non meno caloroso, va certamente tributato a tutti coloro che, con ruoli vari e diversi - dalle sarte, al comitato organizzatore, ai figuranti - collaborano alla riuscita di questo sentito e glorioso rito cittadino. Un rito che fa anche discutere, nel bene e nel male, ma che dimostra, a volte anche nella foga, l'attaccamento degli orvietani a quanto caratterizza la loro maggiore festività. Legata, storicamente, oltre che alla vicenda del miracolo di Bolsena, alla proclamazione della solennità del Corpus Domini, da parte del papa Urbano IV l'11 agosto del 1264, proprio da Orvieto.
E' stato già proclamato da papa Benedetto XVI, come è noto, il biennio giubilare 2013-2014 per ricordare i 750 anni della proclamazione della grande festività cattolica istituita a Orvieto con la bolla papale Transiturus de hoc mundo; e a rendere particolarmente solenne il Corpus Domini 2012, in vista dell'imminente giubileo, il papa ha voluto inviare a Orvieto, ad officiare la ricorrenza, il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco. Né ha voluto far mancare la sua presenza a Orvieto la governatrice della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha sfilato per le vie cittadine, insieme alle autorità civili, accanto al sindaco di Orvieto Antonio Concina.
Dopo le polemiche dello scorso anno, lanciate da alcuni cittadini che lamentavano un atteggiamento non sempre consono al ruolo da parte di alcuni figuranti, c'è da dire che quest'anno è stata tutta un'altra storia e che si è avuta, da parte di tutti, molta adesione alla solennità del momento e al physique du rôle. Con grande e composta solennità il Corteo è uscito dal Palazzo del Capitano del Popolo, scenario sempre stupendo per apprezzare la scenografia medievale dell'insieme e la bellezza e l'accuratezza dei costumi, per poi congiungersi, nel Duomo, alla Processione religiosa, continuando a sfilare per le vie cittadine fin oltre l'una. Magnifica e suggestiva come sempre anche l'uscita dalla Cattedrale, e altrettanto coinvolgente lo schieramento nella Piazza del Duomo. Da non dimenticare, infine, l'importante apporto, per l'atmosfera d'insieme, dei trombettieri che, al Palazzo del Capitano del Popolo e all'uscita dal Duomo, aprono i momenti fondamentali della sfilata, dei tamburini che con il loro rullo segnano il passo e del variopinto popolo. Agli squilli di tromba e al rullo dei tamburi si è aggiunto, quest'anno per la prima volta, il suono delle cornamuse. Un plauso, infine, alla Filarmonica "Luigi Mancinelli", la banda cittadina che segna, con le sue solenni note, lo stacco tra il corteo civile e il corteo religioso.
Per concludere, per chi non la conoscesse, una piccola curiosità.
Tra i figuranti, tutti encomiabilmente volontari, gli unici "pagati", non tanto per offrire un compenso (15 euro) quanto per rispettare una tradizione, sono coloro che portano il pesante cero del Comune: così usava, infatti, ovviamente con diversa moneta, anche in antico. Va detto, tuttavia, che se a carico del Comune l'usanza resta, molti di loro non ritirano, di fatto, la storica e tradizionale diaria.
Di seguito, tra i tanti e tutti bellissimi, tre dei costumi più rappresentativi del comune medievale: nell'ordine il Capitano del Popolo, il Conestabile dei Cavalieri e il Gonfaloniere di Giustizia.

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