Segno dei tempi. La Palombella non "scende" ma vola via: di come talvolta "le animale" sembrino comprendere più degli uomini

Non era mai accaduto, almeno così ci sembra a caldo e senza particolari ricerche: la Palombella non sta più al solito "gioco", a seconda dei punti di vista più o meno barbaro e, forse non perfettamente legata, forse così forte e robusta da rompere i lacci ("consapevole", direbbero le palombelle femministe), quando tra gli scoppi, a mezzoggiorno in punto, arriva al trespolo da cui viene staccata per essere consegnata al Vescovo che a sua volta la consegnerà alla prima coppia di sposi dell'anno, sorprendentemente vola via.
Vola via tra grida e applausi più fragorosi che mai: un esito infrattivo che diventa subito simbolico, e la dice davvero lunga sulla parte da cui sta la maggioranza del pubblico: "Viva la Palombella che, stanca di riti che vanno forse aggiornati, si è liberata! Viva la Palombella che sposa la protezione del pianeta: umano, minerale o animale che sia! Viva la Palombella che afferma prepotentemente il suo diritto alla libertà! Viva la Palombella - dicono alcuni/e - che non vuole andare da Monsignor Marra: non propriamente da lui, naturalmente, che è ottimo e valente prelato, ma dalla "Restaurazione ortodossa" che è stato chiamato a gestire.
La "strega Palombella" non solo scappa, ma va a mettersi addirittura sul tetto della famiglia Crespi - famiglia notoriamente e orgogliosamente ambientalista e libertaria - affermando ancor più chiaramente l'intreccio dei possibili segni: forse la Palombella, oltre che verso la protezione dell'ambiente, ha volato/votato verso il quorum referendario e i quattro Sì.
La tradizione/superstizione popolare recita che se nel volo tra i petardi la Palombella muore, il raccolto (e quant'altro) andrà male, che se vive - e come da cerimoniale viene consegnata alla prima coppia di sposi dell'anno - il raccolto sarà buono e la vita scorrerà in modo tranquillo. Nulla si dice del caso in cui, come quest'anno, la Palombella possa spiazzare ogni rito e ogni attesa, volare via e, malandrina e ribelle, cambiare il corso designato lasciando tutti nella più totale sorpresa. Tutto era scritto, ma un tracciato divergente, un anomalo esito e un altro mondo sembra improvvisamente possibile. "Il volo è mio e lo decido io", sembra ammonire il bianco animale di genere femminile, così come decido io in che mani andare. Un monito che, se le tradizioni popolari hanno un senso, bisognerebbe arrischiarsi a interpretare.
Viva la Palombella, certamente: sembra dire che, non solo nel rito pagano della Pentecoste, è ormai tempo di rinnovamento. Nella vita civile, come in quella della Chiesa, è ora di ascoltare, registrare, cambiare. Parrebbe proprio che "le animale" - non nel senso dialettale orvietano, ma in quello stesso della "Direttora" - qualche volta siano più perspicaci degli uomini!
La foto è di Maurizio Conticelli, che ringraziamo per l'invio.
E visse felice e contenta... Da You Tube un bel video di Fabio Materazzini

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