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Torna "Coltiviamo la Cultura – Festa dell'Agricoltura nelle Dimore Storiche"

lunedì 3 novembre 2025
di D.P.

Valorizzare due pilastri identitari del Paese come cultura e agricoltura, beni insostituibili e profondamente radicati nel territorio. Punta a questo "Coltiviamo la Cultura – Festa dell’Agricoltura nelle Dimore Storiche", l’iniziativa promossa per il quarto anno dall'A.D.S.I. ETS che nella giornata di domenica 9 novembre coinvolgerà oltre 50 dimore storiche in 14 regioni italiane, offrendo al pubblico l’occasione di scoprire come le antiche residenze, custodi di storia, arte e tradizioni, siano oggi anche motori di sviluppo sostenibile per i territori agricoli italiani.

Anche quest’anno ad aprire le loro porte non saranno soltanto le dimore attive in ambito agricolo, ma tutte quelle che, in virtù dello stretto legame con il territorio in cui si trovano, hanno deciso di ospitare produttori agricoli o realtà artigianali locali. Fra le attività e le esperienze proposte al pubblico degustazioni, laboratori, mercatini, conferenze e workshop, oltre alla possibilità di fruire in alcuni casi di esclusive visite guidate alle residenze stesse. Un’occasione preziosa, insomma, per conoscere da vicino la ricchezza del patrimonio rurale.

E, al tempo stesso, il legame profondo che unisce le residenze storiche al mondo produttivo agricolo e artigianale. I dati più recenti dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato, che misura l’impatto sul Paese del sistema diffuso delle dimore storiche italiane, confermano il forte legame delle dimore con l’agricoltura del territorio. Per il 39% delle dimore che svolgono attività agricola, infatti, questa determina oltre il 75% sul reddito annuale, mentre nel 21% dei casi il valore si attesta tra il 50% e il 75%. Il legame tra vitivinicoltura ed enoturismo si conferma poi trainante.

Il 100% delle dimore con produzione di vino offre percorsi degustativi, l’85% di esse ha registrato solo nell’ultimo anno un aumento delle visite, per un terzo circa delle dimore in misura addirittura superiore al 30%. Dati che dimostrano come la combinazione di agricoltura e patrimonio culturale rappresenti un forte elemento di richiamo anche turistico. Le dimore storiche si rivelano così non solo custodi di bellezza e memoria, ma anche attori dinamici di un’economia sostenibile e territoriale che integra cultura, agricoltura e turismo, valorizzando i prodotti più autentici del Made in Italy.

E l’attrattività delle aree rurali. "Con questo evento – dichiara Maria Pace Odescalchi, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane ETS – vogliamo ricordare che la dimora storica non è solo un luogo di memoria, ma una realtà viva che genera valore per il territorio. Le nostre dimore sono testimonianze di bellezza e di storia, ma anche motori di economia sostenibile con ricadute occupazionali, benefici concreti per le comunità locali e protagonisti dell’eccellenza del Made in Italy. Oltre una dimora su quattro sorge in piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti.

Qui svolge un ruolo di presidio attivo di paesaggi rurali e pratiche agricole sostenibili, contribuendo così alla vitalità economica delle aree interne. Attraverso agricoltura, enoturismo e promozione del patrimonio culturale le dimore contribuiscono ogni giorno alla crescita delle comunità e alla tutela dei paesaggi italiani". "Il numero crescente di adesioni anche in questa edizione – aggiunge il vicepresidente, Guglielmo Garagnaniconferma quanto 'Coltiviamo la Cultura' sia un’iniziativa attesa e riconosciuta per il valore che porta alle dimore e alle comunità che vi gravitano attorno.

Le dimore storiche costituiscono una gemma del patrimonio italiano e il fulcro di un’economia circolare per i borghi su cui insistono, generando relazione, identità e sviluppo sostenibile. Un ringraziamento particolare va all’impegno dei proprietari aderenti, che scelgono di aprire le porte delle loro aziende agricole o di ospitare realtà produttive del territorio, ricreando quel connubio storico tra dimore e attività rurali che ha definito nei secoli le tradizioni del nostro Paese". E di una regione come l'Umbria dove, a Montegabbione, ad aprire le porte sarà il Castello di Montegiove.

Appuntamento alle 10 con gli approfondimenti a cura di Luca Montecchi, storico ed esperto delle vicende orvietane, che spiegherà il legame tra agricoltura e dimore storiche nell'Alto Orvietano, dei ricercatori Paolo Storchi e Paolo Valentini sul recupero e la valorizzazione del germoplasma viticolo dell'Alto Orvietano e del generale Silvio Manglaviti, geografo e studioso dei territori, che interverrà sul tema "Il paesaggio rurale e agrario del territorio di Montegiove nella Montanea Orvietana, sulle rappresentazioni cartografiche antiche e storiche".

Sarà anche possibile partecipare ad apposite visite guidate alla scoperta della Cantina del Castello (nella foto, sopra) e, alle 12 allo show cooking con degustazione finale a cura del Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP. Per l'intera mattina nelle sale del Castello di Montegiove troveranno spazio i piccoli produttori delle tipicità locali, pronti a far degustare e raccontare i loro prodotti. Per partecipare alle iniziative non è necessaria la prenotazione. Per ulteriori informazioni: 0763.3837473 – winery@castellomontegiove.com 

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