"Pesticidi, lo strabismo di Coldiretti e Filiera Italia sulle deroghe"
Coldiretti e Filiera Italia si sono rivolte agli europarlamentari con una lettera chiedendo di sostenere due mozioni di risoluzione che saranno discusse e votate nella riunione della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ComENVI) di domani. Le mozioni si oppongono ai progetti di regolamento della Commissione Europea volti a stabilire dei limiti massimi di residuo (LMR) per sostanze attive non più autorizzate in UE, creando così delle tolleranze all’importazione per i prodotti che contengono tali sostanze.
La tollerenza per sostanze tossiche e vietate
Le tolleranze all’importazione previste dai regolamenti della Commissione, è indicato nella lettera, riguarderebbero un’ampia gamma di prodotti importati da Paesi terzi, tra cui ortofrutta, cereali, piante ornamentali, legumi e prodotti di origine animale. Le sostanze attive coinvolte includono Ciproconazolo, Spirodiclofen, Benomil, Carbendazim e Tiofanato-metile, tutte vietate in Europa per ragioni di salute pubblica e tutela degli operatori agricoli.”In qualità di rappresentanti del settore agricolo e alimentare italiano”, scrivono Coldiretti e Filiera Italia, 2ribadiamo tre richieste fondamentali: ritiro dei progetti di regolamento che introducono tolleranze all’importazione per le sostanze vietate in UE; non concedere tolleranze all’importazione per i prodotti provenienti da Paesi terzi che contengono sostanze attive vietate in Europa; presentare nuovi regolamenti che fissino i limiti massimi di residui (LMR) per tali sostanze pari al limite di determinazione analitica di 0,01 mg/kg, in linea con il principio di precauzione”.
L’appello per garantire la concorrenza
“Un appello alla tutela della concorrenza leale e della salute” scrivono. L’introduzione di tolleranze per le sostanze vietate permetterebbe l’ingresso nel mercato europeo di prodotti provenienti da Paesi terzi con residui superiori a quelli consentiti per i prodotti europei, “danneggiando gli agricoltori dell’Ue e compromettendo il principio di reciprocità nel commercio internazionale”. Fissare un limite di residui pari al limite di determinazione analitica di 0,01 mg/kg come proposto nella mozione, sottolineano Coldiretti e Filiera Italia, rappresenterebbe una misura essenziale per garantire che i consumatori europei non siano esposti a rischi evitabili e che gli agricoltori europei non subiscano una concorrenza sleale.
Ma in Italia non sono nuovi a richieste di deroga
Purtroppo l’attenzione delle associazioni di rappresentanza degli agricoltori italiani per la salute dei cittadini, quando si tratta di metterli al riparo dai pesticidi, non è sempre così alta. Per fare un esempio, nella primavera del 2023, molti agricoltori In Veneto, dove la cicalina della vite aveva attaccato la produzione viticola, avevano chiesto al ministero della Salute di andare in deroga al divieto di utilizzo di clorpirifos, pesticida tossico vietato dall’Ue (deroga non concessa infine). Il Salvagente, per l’occasione, aveva chiesto a Cia e Coldiretti una presa di posizione netta. Nessuna delle due realtà si era schierata contro la deroga.
Ferroni (Wwf): “Per una volta d’accordo con Coldiretti, ma vorrei sentirli anche sui cocktail di pesticidi usati in Italia”
Franco Ferroni, responsabile Agricoltura Wwf Italia: “Una volta tanto la posizione di Coldiretti e Filiera Italia, è assolutamente condivisibile. Nel caso loro il principio di precauzione viene richiamato per problemi di concorrenza sleale da parte di paesi extra Ue, per noi la questione si pone soprattutto per i rischi per l’ambiente e per la salute delle persone” Ferroni continua: “Dato che il pianeta è uno solo e i pesticidi vietati lo sono perché la loro pericolosità è stata ampiamente dimostrata dagli scienziati, per certi versi è ridicolo parlare di principio di precauzione solo in questo caso. Mi piacerebbe da parte di Coldiretti sentire qualcosa sulla questione del multiresiduo. Sappiamo che le aziende utilizzano spesso principi attivi diversi ma con caratteristiche simili, in maniera da rimanere singolarmente al di sotto della soglia di contaminazione consentita per legge sui prodotti agroalimentari. Ma così si crea un cocktail di sostanze da pesticidi diversi, come anche le analisi del Salvagente hanno messo in evidenza”.
A questo link è possibile scaricare il numero de "Il Salvagente" con l'inchiesta sull'olio extravergine.
I residui nelle acque parlano chiaro
Il responsabile Agricoltura di Wwf italia aggiunge un aspetto: “I dati sulle acque di Ispra, soprattutto quelle superficiali dove il ricambio è più veloce, mostrano come vengano regolarmente trovate in Italia tracce di pesticidi vietati in Ue. Dati che dimostrano come ancora vengano usati. E anche le accurate analisi di laboratorio commissionate dal Salvagente lo hanno mostrato spesso. Dunque, va bene il principio di precauzione per i prodotti che arrivano da paesi extraUe, ma servirebbero più controlli anche su quelli italiani e europei anche sui pesticidi vietati, che non sempre vengono cercati. E ovviamente in questi casi, va bloccato il commercio dei prodotti contaminati.
Fonte: Il Salvagente
RIPA (Rete Interregionale Protezione Ambiente)