"L'autonomia differenziata affievolisce la tutela ambientale e climatica". Il generale Ricciardi aderisce al quesito della Riserva Mab Unesco
"Tutti infrangemmo il protettivo scudo materno quando, da adolescenti, volemmo conquistare l’autonomia, che significava fare scelte personali e decidere della nostra vita una conquista esistenziale ma anche evolutiva, perché mai saremmo quel che siamo se il Sapiens non si fosse reso autonomo da carestie e pestilenze.
Anche le Istituzioni riconoscono l’autonomia degli individui e dei gruppi, armonizzandola con le finalità aggregative della Società che esse disciplinano, e la nostra Costituzione la favorisce come genuina espressione di democrazia e per la massima aderenza agli interessi locali, con una gestione più diretta e immediata.
Ben vengano quindi gli sforzi in questo senso perché rendono tutti più partecipi delle decisioni che ci riguardano da vicino, sviluppando quella “politicità” che è nella natura dell’uomo. Ma lo Stato si riserva la piena competenza per quegli aspetti non delegabili, che attengono ai principi stessi della vita associata, strategici e quindi accentrati perché siano efficacemente gestiti, quale ad esempio l’ordine pubblico.
La tutela dell’ambiente rientra certamente tra gli interessi più sensibili per le collettività, non di questa o quella società ma dell’Umanità stessa, come ne abbiamo ormai preso coscienza. Non bastano più le decisioni di un solo Paese, o anche delle Unioni di Stati, perché le normative e le conseguenti azioni, sulle quali non si non si può non essere d’accordo, almeno nelle dichiarazioni, siano efficacemente adottate.
Nel delicato equilibrio tra autonomia e accentramento occorre quindi valutare nel concreto gli interessi in gioco e le conseguenze dell’una o dell’altra scelta, con una lungimiranza che è proprio della politica che, mai come in questo caso, non deve scendere a contrapposizioni di parte. L’ambiente è assurto anch’esso di recente a valore di rango costituzionale, proprio per assicurarne la
massima tutela e di certo mal si presterebbe a una normazione che ne affievolirebbe la tutela per un presunto avvicinamento alle realtà locali che, invero, ben poco potrebbero fare per la soluzione di problematiche che riguardano in definitiva l’intero Pianeta.
In quest’ottica, la Riserva Mab Unesco del Monte Peglia, ha espresso seri dubbi sulla bontà di un’autonomia differenziata che, al di là delle migliori intenzioni e degli indubbi vantaggi che potrebbe consentire in tante altre e importanti materie, creerebbe problematiche per la tutela della salute e della sicurezza ambientale. Ha pertanto promosso un referendum abrogativo di tutte quelle previsioni contenute nella legge recentemente approvata che incidono in maniera più o meno diretta su queste delicatissime materie.
Tutte le azioni che nel mondo si stanno globalmente concertando per contrastare l’attuale emergenza climatica, impongono uno sforzo unitario e la frammentazione delle competenze, che deriverebbe da una distorta applicazione dell’autonomia, non sarebbe in sintonia con l’Accordo di Parigi e con gli obblighi assunti dal nostro Paese. Occorre quindi più che mai la massima coesione tra tutti gli attori, a livello sia nazionale che internazionale, mentre l’autonomia in questo caso andrebbe contro l’interesse della collettività e del singolo cittadino, quando proprio la Costituzione ha ribadito la necessità di estendere la tutela dell’ambiente a vantaggio anche delle “future generazioni”, cioè dei prossimi abitanti del mondo che
sapremo loro lasciare.
Generale C.A. Antonio Ricciardi
A questo link il quesito.