Pesticidi, la roulette russa del glifosato

Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci accorgiamo di averne una sola.
Confucio
Quella del glifosato è una storia che vale la pena di ripercorrere. E sulla quale, se non fosse drammaticamente reale, si potrebbe scrivere un noir, dato che gli elementi del genere ci sono tutti: denaro, bugie, intrecci tra politica e affari…Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo e quello usato da più anni nella storia industriale.
Continua così il libro di Riccardo Quintili, direttore della rivista “Salvagente”, dal titolo “Dacci oggi il nostro veleno quotidiano”. Prodotto dalla Monsanto con il nome di Roundup il glifosato è un erbicida non selettivo- riesce, cioè, ad eliminare tutte le piante infestanti che trova sulla sua strada. Il consumo dell’erbicida è passato dai 50 milioni di tonnellate del 2002 ai 128 del 2012 e la tendenza è sempre stata quella di crescere, perché le piante infestanti si fanno più resistenti e quindi hanno bisogno di dosi maggiori della sostanza per avere lo stesso effetto.
Nel 2015 lo IARC (International agency for research on cancer) lo classifica tra le sostanze “probabilmente cancerogene” (non esiste una sola sostanza prevista dallo IARC che col tempo non sia diventata provatamente e sicuramente cancerogena).
E le ricerche escono come funghi…Fiorella Belpoggi è la direttrice dell’area di ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna, l’ente scientifico indipendente tra i più autorevoli al mondo nella ricerca contro il cancro. E lei dice: “Il nostro studio pilota non chiarisce le incertezze relative alla cancerogenicità del glifosato-Roundup sollevate dalle diverse Agenzie (IARC, EFSA,ECHA) ma sicuramente mette in evidenza effetti sulla salute altrettanto gravi, che potrebbero manifestarsi anche con patologie oncologiche a lungo termine, con un impatto notevole in termini di salute pubblica in quanto colpiscono la fascia di età infantile e adolescenziale e, per la diffusione planetaria di questo erbicida, potrebbero affliggere un numero enorme di persone”.
Il Roundup, il formulato a base di glifosato della Monsanto, si è dimostrato un interferente endocrino: sono interferenti endocrini molte sostanze con cui entriamo a contatto quotidianamente come gli ftalati (plasticanti), i parabeni (cosmesi), il bisfenolo A (plastiche), il pesticida mancozeb (che è stato recentemente ritirato dal mercato dalla Commissione Europea) ed altri composti chimici di largo consumo (che faremmo bene ad evitare).
Lo studio (1)” Residui di pesticidi nei suoli agricoli europei: una realtà nascosta spiegata” (fine 2018) ha concluso che l’83% di tali campioni conteneva residui di pesticidi (76 diversi tipi di composti).
Il glifosato e il DDT (vietato dagli anni ’70) e i fungicidi ad ampio spettro sono stati i principali composti rilevati. Logica la preoccupazione dei ricercatori: da una parte la maggiore persistenza dei pesticidi nel suolo di quanto è sempre stato assicurato dai big dell’agrofarma (per il glifosato Monsanto ne pubblicizzava l’assenza di persistenza). Anche perché i residui si accumulano nella parte più alta del suolo e dunque facilmente si disperderanno nell’aria. Secondo lo studio, la presenza di miscele di residui di antiparassitari nel suolo è più la regola che l’eccezione, che illustra la necessità di valutare i rischi ambientali per ridurre al minimo il loro impatto.
Testo a cura di Vittorio Fagioli

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