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Ambiente avvelenato

martedì 23 marzo 2021
Ambiente avvelenato

"Solo quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato, ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro". Proverbio indiano
 
I pesticidi usati in agricoltura-seguita il libro di Riccardo Quintili, direttore della rivista “Salvagente”, dal titolo “Dacci oggi il nostro veleno quotidiano” - causano 200.000 morti all’anno nel mondo, quasi tutti nei paesi in via di sviluppo, quasi interamente per avvelenamento acuto. I pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’ONU: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto tra prede e predatori, limitano la biodiversità.

Per esempio, i pesticidi neonicotinoidi sarebbero responsabili del crollo sistematico del numero di api in tutto il mondo: una diminuzione che minaccia le basi stesse dell’agricoltura, essendo il 71% delle specie coltivate frutto in parte dell’impollinazione di questi insetti. Circa la metà delle terre emerse europee risulterebbero contaminate da questi veleni e neppure la pioggia che cade sul nostro continente si salva: sono ricchi di residui di pesticidi soprattutto gli scrosci dei primi minuti di temporale e quelli che seguono un periodo di forte siccità o irrorazioni recenti dei campi.

Uno studio dell’ISPRA del 2017 (1) che analizza il bacino del Po dal 2003 (l’area economica più importante d’Italia, attorno alla quale vivono circa 16 milioni di persone) ha permesso di studiare l’evoluzione della contaminazione chimica evidenziando numerosi pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, con tracce rilevanti di alcuni erbicidi addirittura non più usati da decenni (come l’atrazina vietata dal lontano 1992, o come la simazina ed alaclor vietati negli anni 2000). La conclusione, secondo l’ISPRA, è che il rispetto delle leggi non può che essere che la base di partenza.

E’il 30 novembre 2015 quando Valentino Mercati, presidente di Aboca, spiega a “Salvagente”: “In Italia le leggi ci sono ma è difficile farle rispettare, per cui abbandoniamo i 700 ettari in Valtiberina e delocalizziamo in Marocco”. Poche giorni prima in un convegno a Città di Castello su tabacco e territori biologici Mercati è stato molto chiaro:” Siamo circondati da coltivazioni come quella del tabacco ad alto tasso di uso di pesticidi e chimica, incompatibili con le nostre produzioni rigorosamente biologiche. Le regole ci sono, ma in agricoltura spesso non vengono rispettate, Comuni e Asl non intervengono”.

E Carlo Modonesi dell’ISDE commenta:” Non stupisce la posizione della famiglia Mercati… Le autorità debbono avere più attenzione sull’uso-abuso dei pesticidi e sulla contaminazione che ha profondi effetti economici. Pensate solo ai danni che produce su chi decide di fare agricoltura biologica: oltre ai danni che subisce coltivando a poca distanza da chi non risparmia l’uso di erbicidi e insetticidi deve affrontare la beffa di dover certificare, farsi controllare e spendere per garantire che il suo prodotto sia biologico”.

Il rapporto che la Relatrice speciale sul diritto all’alimentazione ha presentato al Consiglio dei diritti umani dell’ONU a marzo 2017 fornisce un resoconto chiaro circa l’uso dei pesticidi in agricoltura su scala mondiale e il loro impatto sui diritti umani. Tale impatto, nel migliore dei casi, può essere solo stimato dal momento che spesso siamo esposti a molteplici pesticidi contemporaneamente.

Sebbene la produzione di cibo sia aumentata grazie all’uso dei prodotti agrochimici, la sostenibilità del loro impiego è più che discutibile, tanto è vero l’aumento della produzione di cibo non ha permesso di eliminare la fame nel mondo. In linea di principio esiste cibo a sufficienza per nutrire la popolazione mondiale; l’esistenza di meccanismi ingiusti nei sistemi di produzione e di   distribuzione ne impediscono l’accesso a coloro che ne hanno bisogno.

La soluzione risiede in un approccio globale al diritto all’alimentazione che includa l’eliminazione graduale dei pesticidi e l’effettiva applicazione di un quadro normativo fondato sui diritti umani, nonché l’avvio di una transizione verso una agricoltura sostenibile, come l’agroecologia, che tenga conto delle sfide poste dalla scarsità di risorse e dal cambiamento climatico.
 
(1)  Rapporto ISPRA “Sostenibilità ambientale dell’uso dei pesticidi- il Bacino del Po”.
 
Riccardo Quintili (testo adattato da Vittorio Fagioli)