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La Castellana è anche Andrea Fravolini

martedì 16 ottobre 2018
di Roberto Pace
La Castellana è anche Andrea Fravolini

Vivere una gara in salita restandosene nel paddock può essere una necessità o una scelta. Per Andrea Fravolini, orvietano poco più che trentenne, vale la seconda ipotesi. Perché il suo lavoro termina con l’accensione del motore e da lì, inizia l’attesa del riscontro cronometrico, da cui interpretare il risultato e capire se, quanto fatto, abbia veramente funzionato. E’ il guru di Daniele Pelorosso, lo sta diventando anche per altri piloti, come sentiremo.

La passione per i motori è esplosa prestissimo e, compiuti i fatidici anni 14, fu il motore del suo primo ciclomotore oggetto delle sue idee e delle sue trovate.  Alcune eccellenti, altre un po’ meno, ma questo fa parte della formazione, sta di fatto che, alla fine, i 50 c.c. del motorino erano rimasti scritti soltanto sulla carta di circolazione. Un percorso quasi normale per un ragazzo degli anni ’80, cui fece seguito una brusca sterzata, con l’iscrizione alla scuola per geometri.

“Riconosco che, a quell’età, le scelte sono difficili. Mi affidai al consiglio dei miei genitori, ma, nel tempo libero, mi rituffavo subito nella meccanica. In ogni caso non rimpiango quel tipo di studi, perché sono serviti, anche per l’inserimento nelle attività della mia famiglia”.  E, avendo avuto la possibilità di vederlo all’opera nei panni di progettista, poi muratore ed anche idraulico, ciò che afferma corrisponde a verità. Il pilota va sul podio, la macchina è oggetto delle attenzioni del pubblico.

A te cosa rimane?  “Tanto, se valutato per la passione che metto in quello che faccio. Vuoi mettere la soddisfazione nel costatare che una modifica, anche piccola, da te ideata, funziona? Si prova una soddisfazione indescrivibile.

Sei entrato ufficialmente nel mondo dei motori nel momento in cui l’elettronica ha iniziato a farla da padrone. L’inserimento è stato complicato?  “Non proprio, perché mi sono sempre tenuto aggiornato, partendo dalla preparazione di base alle novità che, anno dopo anno, o meglio, mese dopo mese, ti costringevano ad intervenire sulla macchina. Con questo, però, non rinnego la passione per la meccanica, perché continua tutto a partire da lì”.

Si può dire che il tuo grande amico Daniele sia stato la cavia per le tue idee e le modifiche da mettere in pratica? Sorride e poi conferma:” Indubbiamente Daniele si fida molto di me. Fra noi, è sufficiente che io accenni una proposta, perché lui risponda – va bene, facciamolo”.

I briefing più interessanti che intercorrono tra pilota e preparatore sono quelli tenuti sul camion, al ritorno da una gara: “Inizia tutto da lì, basandosi sulle sensazioni di Daniele e sui dati acquisiti dal computer. A me piace essere anche operativo. Quando c’è da preparare qualcosa, passo giornate intere al tornio o a qualsiasi macchina utensile o macchine per la saldatura”.

Com’è nato il connubio con Daniele?  “Mah, arrivato ad un certo punto, dopo tante prove e controprove e la macchina sempre recalcitrante, Daniele era quasi sul punto di mollare. Ci siamo guardati negli occhi e deciso che, da quel momento in poi avremmo fatto da noi”.

Proprio tutto?  "Non propriamente. Lavoriamo a stretto contatto con la LRM di Novara, azienda leader nella preparazione di motori da competizione. Sviluppiamo i loro input e, ogni tanto, aggiungiamo qualcosa di nostro. Anche per l’aerodinamica e per altri materiali che sono importanti, seguiamo tale percorso”

L’uso del computer ti permette qualunque controllo. Che cosa osservate quando vi vediamo, attenti, davanti allo schermo? “Beh, abbiamo il nostro software e la possibilità di effettuare tutti i controlli, pressioni, temperature ecc., per conoscere, in tempo reale, lo stato di salute del motore e di altre parti della macchina. Leggiamo la telemetria e ne parliamo con il pilota”.

In questo momento siamo in un’officina, diciamo, di fortuna, abbastanza precaria. In futuro? “Come ti accennavo in privato, ricevo continuamente richieste di collaborazione da parte di parecchi piloti. Quindi, penso che, dal prossimo anno, abbandoneremo quella che era ed è ancora una collaborazione nata nel segno dell’amicizia per passare a qualcosa di più ufficiale. Ma è ancora presto per dirlo”.

Arriva il fratello, Diego, pure lui appassionato e con trascorsi da buon kartista, oggi più dedito alle attività della famiglia. “Lui, sul kart, era più forte di me. Già a quei tempi, preferivo dedicarmi alla preparazione del mezzo e divenni il primo meccanico di mio fratello”. E’ in arrivo la Castellana che, anche a te, avrà dato qualche stimolo in più per la tua passione. “Vero. Proprio così. Voglio bene alla nostra corsa e m auguro che, anche quest’anno, abbia il successo che merita. Perché il percorso è bello come pochi altri e, se mi permetti, io di salite ne ho viste parecchie. Ammiro molto gli organizzatori. Anche adesso stanno facendo un lavoro ben fatto, che m auguro abbia riscontri positivi per l’assegnazione della validità CIVM. Dammi retta, salvo poche eccezioni, il complesso della Castellana ha ben pochi rivali”.