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Orvietana, faccia a faccia con i due fratelli Fillippo e Giuliano Avola

mercoledì 19 ottobre 2016
di Roberto Pace
Orvietana, faccia a faccia con i due fratelli Fillippo e Giuliano Avola

Nessun dubbio: il miglior acquisto compiuto dall’Orvietana è la coppia formata dai fratelli Filippo e Giuliano Avola. Qualcuno potrebbe non essere d’accordo per il mero valore calcistico, assolutamente nessuno può essere di diverso avviso una volta accertata la consistenza della famiglia, con antiche origini campane, che ha, nello zio Savio e in papà Tonino i due capostipiti.

Grazie alla collaborazione di Leonardo, cognato di F.&G. si scopre che le due rocce biancorosse possono contare su 26 (ventisei) sostenitori personali, quota elevabile a 35 (trentacinque) attingendo alla risorsa rappresentata dai suoceri. E, si badi benetutta gente in età, o quasi, giusta per assistere alle partite.

Domenica scorsa, nell’intervallo, passeggiando in tribuna, non si finiva più di salutare gli Avola presenti. Padri, zii, nipoti, cugini, tra cui il piccolo Tommaso (nella foto con Filippo e Giuliano) che ha sette anni e rappresenta la continuità, perché veste già la prima maglia biancorossa. Non mancava Alice, figlia di Giuliano, i cui diciotto mesi la collocano, temporaneamente, in fondo al gruppo.

Una famiglia, quella degli Avola, nella quale lo sport ha sempre avuto un posto prestigio. Savio, attuale segretario del Panathlon Orvieto, consigliere del CRU e fiduciario F.I.G.C., ha un passato da giocatore, allenatore, dirigente di calcio, oltreché da arbitro di pugilato. Di Tonino e della sorella Rosaria non si hanno notizie di trascorsi agonistici.

Rita, mamma di Tommaso e sorella dei due calciatori si definisce una tifosa blanda, dotata anche di spirito critico riguardo alle prestazioni dei fratelli. Altrettanto garbato, il rimprovero rivolto all’Orvietana: ”Seguiamo volentieri le partite e siamo in molti. Qualche bonus d’ingresso, rilasciato dalla Società sarebbe cosa gradita”.

Oltre non va. Richiesta garbata, da prendere nella massima considerazione. Sulle tribune, solitamente poco affollate, una ventina di presenti in più fa la differenza. Se poi si arriva a trentacinque, ancora meglio.