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Zardo e Fattorini il giorno dopo una "Castellana da ricordare"

martedì 13 settembre 2016
di Roberto Pace
Zardo e Fattorini il giorno dopo una "Castellana da ricordare"

I riscontri cronometrici dell’edizione del cinquantenario continuano a tener banco nelle discussioni fra gli amanti del motore. Denny Zardo ha impressionato, Michele Fattorini ha dato la misura del valore di un venticinquenne che guida come un veterano. La differenza, a giudizio dei protagonisti, è la somma di tanti piccoli particolari.

Il veneto, raggiunto telefonicamente, conferma, innanzitutto, la bellezza del percorso: "Non sta nelle mie corde esprimere giudizi per formalità o cortesia. Il tracciato m’è piaciuto da subito, perché è tanto tecnico, altrettanto vario. Non ti lascia, insomma, neanche un attimo per respirare”. Chiediamo, sul tratto che lo ha maggiormente impressionato: "Mah, un po’ tutto. Se devo scegliere, opto per il bivio d’Osarella, dove bisogna spingere, ma è difficile mantenere la linea”.

Venendo dalla salita di Gubbio, la macchina è stata sottoposta ad un corposo stravolgimento: "Abbiamo rivisto un po’ tutto. Non avendo parametri di riferimento, ci siamo affidati alle sensazioni emerse nei su e giù, lungo il percorso. E’ andata bene. Ho patito soltanto per il deterioramento delle gomme, Avon nuove, forse, anche per il mio modo di guidare. Specie nella seconda salita, quando, pur guidando meglio che nella prima, non sono riuscito a migliorare il tempo”. Quindi, si poteva anche far meglio: "Difficile a dirsi, anche se tutto è perfettibile. Con una Formula 3000 ci sono i pro e i contro. Comunque,con un miglior affiatamento al percorso, qualcosa si poteva fare”.

Questo il pensiero del vincitore, che andiamo a confrontare con le riflessioni della punta di diamante del motorismo umbro, l’orvietano Michele Fattorini: "Credo sia corretto, partire dal propulsore della mia macchina. Che non era quello, in un certo senso ufficiale, ma un motore di rotazione (revisionato), con prestazioni non pari all’altro. Non sto certo a cercare giustificazioni, in quanto, anche in condizioni ottimali, difficilmente saremmo stati in condizione di arrivare a 2’48”. Se guardiamo i tempi degli intermedi, si nota, in modo chiaro, come il vantaggio di Zardo, nei miei confronti, sia stato molto più sensibile nella seconda parte, dove esistono più allunghi, favorevoli a un 3000 di cilindrata. Fino alla esse “dei capelloni”, per intenderci, eravamo quasi alla pari”.

Michele non attribuisce così tanta importanza ai pneumatici: "Avevo anch’io le Avon, seminuove. Possono valere qualche decimo, non di più”. E’ molto sereno, pronto già a voltare pagina: "Proprio stamattina abbiamo deciso di scendere in Sicilia, dove, nello spazio di otto giorni gareggerò, il 18 nella Trapani – Monte Erice e a Caltanissetta, la domenica successiva, nella Coppa Nissena. Due classiche, valide per il Campionato Italiano. Avremo ancora il motore di rotazione”.

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