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Orvietana, Monesi non molla: "Lottiamo per un posto di prestigio, poi si vedrà"

venerdì 25 marzo 2016
di Roberto Pace
Orvietana, Monesi non molla: "Lottiamo per un posto di prestigio, poi si vedrà"

Pare destino che i cognomi che iniziano con Mone, siano destinati ad avere un certo peso nella storia recente dell’Orvietana. C’è stato Gianni Moneti, protagonista a livello di munifico dirigente in un bel periodo della serie D, c’è, adesso, Alessio Monesi, centrocampista di ottima levatura nello scacchiere biancorosso. Gianni Moneti lasciò l’Orvietana per l’avventura perugina, Alessio, complice qualche problema fisico, ha, temporaneamente lasciato la maglia e la sua mancanza si è fatta sentire.

Poco al disopra dei venti anni, vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha iniziato nella natia Narni, dove risiede tuttora, con la maglia gloriosa della G.S. Carbon, vera fucina di piccoli campioni. Ha avuto la sfrontatezza di varcare i confini della provincia, vestendo per tre stagioni, la maglia delle giovanili del Perugia, per poi tornare a respirare l’aria di casa e indossare la casacca delle fere. Sia del Perugia, come della Ternana, ricorda la grande organizzazione e la professionalità dei settori giovanili.

Tra i maestri che, a suo giudizio, hanno inciso di più sulla sua formazione calcistica, mette, al primo posto, Federico Giunti, l’alto tiberino con un’importante carriera in serie A, seguito da Massimo Costantini, suo allenatore alla Ternana e in seguito trainer del Campitello. Di Federico Giunti, ma questa è solo l’opinione di chi scrive, ha preso anche qualcosa in più, perché le movenze tattiche ricordano parecchio il giocatore con esperienze anche nel campionato turco. Dalla Ternana alla Voluntas Spoleto, per il primo, vero campionato per grandi, con trenta presenze quale fuori quota e moltissimi apprezzamenti.

Oltre a quello per il calcio, la vita di Alessio si articola su altri due amori. Quello per il lavoro, è responsabile del magazzino ricambi nell’avviata officina dello zio, l’altro per la fidanzata Luigia, che si guadagna anche la lode in quanto ne asseconda, seguendolo tutte le domeniche dalla tribuna, la passione per il pallone.

Il momento dell’Orvietana non è certo dei migliori. La squadra ha perso parecchio dello smalto che l’aveva portata in alto, i margini, per un recupero, sono veramente microscopici.

Andrea Bagnato aveva identificato il problema nella scarsa consapevolezza dei propri mezzi. Anche Alessio si è fatto la sua idea in proposito:
“Ci sono state situazioni diverse. Quando abbiamo preso quattro gol ad Arrone, sono completamente d’accordo con Andrea. In altre circostanze, invece, c’è mancata quella che si può definire come maturità agonistica. Perché siamo una squadra giovane e quando si attraversa questa fase è abbastanza normale incorrere in cali di tensione che, non sempre, riescono ad essere compensati dalle prestazioni di quelli più maturi”.

La modestia sembra far parte del personaggio. Nomina i vari Bagnato, De Francesco, Gimelli, con una deferenza che gli fa onore. Ma lui non è stato certo inferiore:
“Loro sanno sempre dove mettere la palla, averli a fianco, in mezzo al campo, è veramente un piacere. Però, non ci sono solo i grandi. Edoardo Tonelli sta facendo un campionato grandioso. Guardate che, avere vicino un recuperatore di palloni quale si è dimostrato, ti facilita molto il compito”.

Qualcuno obietterà, tutti bravi, tanto attaccamento alla maglia, ecc, ma l’Orte se n’è andato:
“Probabilmente, la squadra di Cavalli ha qualcosa in più sul piano dell’esperienza, che però, non s’è notato negli scontri diretti. Semmai, hanno avuto una maggiore regolarità nelle prestazioni. Noi, forse, abbiamo speso troppo all’inizio, pagandone dazio in seguito. E non trascuriamo l’elemento fortuna. Se vai a guardare i tabellini ti accorgi quante sono le partite raddrizzate, dall’Orte, all’ultimo secondo. E questo a noi non è successo”.

Adesso non si deve mollare. L’Orvietana non può permettersi il lusso di chiudere la stagione nell’anonimato:
“Verissimo. Dobbiamo almeno lottare per un posto di prestigio e rientrare nei play off. Quello di quest’anno è un girone molto equilibrato. L’Orvietana è la squadra che tutti vogliono battere. Vincere contro di noi, almeno per alcune squadre, significa salvare una stagione. Se vado indietro con la memoria ricordo una sola squadra, La Nestor, venuta ad Orvieto per giocarsi la partita, senza alcun tatticismo. Per il resto, tutte battaglie all’arma bianca. Senza nulla togliere ad alcuno, è un’altra delle ragioni per cui ci ritroviamo sotto”.

Anche lui, tanto per cambiare, si trova bene a Orvieto: “Sono felice per aver contribuito a regalare qualcosa a questa Società, che se lo merita. Mi riferisco alla vittoria in Coppa Italia. Quanto al resto, incrociamo le dita. Per i conti e per il futuro, aspettiamo la fine”.