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Cura "Biagioli" per l'Orvietana del domani: sacrificio, idee e nuovo manager

mercoledì 29 aprile 2015
di Roberto Pace
Cura "Biagioli" per l'Orvietana del domani: sacrificio, idee e nuovo manager

Conversazione, non virgolettata, con il Presidente Roberto Biagioli che ribatte e rilancia, anche con argomentazioni diverse, ai giudizi non troppo positivi sul campionato della prima squadra e la gestione complessiva, incluso il settore giovanile.

Roberto Biagioli non ci sta. Reagisce, con i toni accalorati che gli sono consueti, alle critiche per una stagione dove, quello che poteva essere, non si è concretizzato. Non si dichiara soddisfatto, ma neanche deluso, preferendo, spiegandone il perché, la terza via: quella del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno.

Ci siamo smarriti per strada – puntualizza – per non aver trovato subito un filo conduttore. Ritengo che la squadra valesse almeno dieci punti in più di quelli conquistati. Si aggiungano i tanti, troppi infortuni e il rendimento, non sempre al top, di chi doveva fare la differenza hanno prodotto il resto. Chi si è prodigato, vicino alla squadra, ha fatto del proprio meglio. Ciò nonostante, ha pesato la mancanza di una “guida”, dotata di esperienza e professionalità superiori. Una figura in grado di prevenire e gestire anche le piccole conflittualità emerse, a vari livelli. Ed è da quest’assunto che, a mio giudizio, dobbiamo ripartire, fermo restando che le porte della società sono aperte a tutti i portatori di passione, idee, risorse. Io, come già anticipato ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, se richiesto, sono sempre pronto a farmi da parte o a collaborare per iniziative diverse. Dico ciò, perché sono veramente stufo di confrontarmi con il nulla o quantomeno con soggetti in grado di produrre molto fumo, ma pochissimo arrosto.

Mi è concessa anche l’opportunità di rispondere a chi ci accusa di aver speso troppo e male, sentenziando che, con le risorse messe a disposizione, l’Orvietana doveva e poteva fare di più. Mancanza di controprove a parte, si dimentica, con troppa fretta, come sia impostata la nostra struttura, con la presenza fissa di medico, fisioterapista, preparatore dei portieri e allenatore in seconda, magazziniere, tutti a libro paga. Ci sono, poi, la lavanderia, i pullmini per i trasferimenti, l’uomo delle pulizie. Un complesso che funziona, ci distingue, ma concorre a lievitare i costi.

Altro nodo, vitale per la Società, il settore giovanile. I risultati non sono stati confortanti, la juniores disputerà i play out, gli allievi già retrocessi, i numeri, in generale, non sono confortanti. Bisogna ripartire da questo, eliminando le scorie, rendendo l’ambiente più gradevole, trovare un punto d’incontro con la mentalità dei genitori. Non è più tempo di confinarli di là dalla rete, essendo il loro apporto troppo prezioso. Dovremo trovare un modo diverso per formarli, calcisticamente parlando, così come dobbiamo cercare di incidere maggiormente nel trasfondere ai loro figli i principi più sani oltre che del calcio, anche della vita.

Un compito non semplice, ma dal quale può dipendere la sopravvivenza di tutto il settore. Per questo accennavo all’inserimento di una nuova figura, sul cui nome stiamo già lavorando, che operi, con grande competenza, al disopra delle parti e si adoperi affinché prima squadra e settore giovanile tornino a essere un unico mondo. Una volta individuata, procederemo, insieme, alla scelta del tecnico cui affidare la prima squadra e degli allenatori delle formazioni giovanili.

Un’ultima considerazione su Andrea Montenero, al quale continuo a voler bene, nonostante l’esonero. Cui mi sono visto costretto, per quanto da lui affermato in un’intervista televisiva, della quale non ci aveva informati, nella quale si è lasciato un po’ andare, dimenticando, probabilmente, che con molte altre società il rapporto di collaborazione si sarebbe interrotto molto tempo prima.