sport
Azzurra Immeci: nel fare sport noi siamo diversi
martedì 20 febbraio 2007
di Paolo Egidi
In un mondo sportivo catalizzato dai grandi interessi economici, pervaso a volte dalla violenza sin dalle prime manifestazioni, non è raro vedere genitori venire alle mani, dove si fa di tutto per avere la vittoria usando mille sotterfugi, dove le energie sono canalizzate in tutte le direzioni meno in quelle della sportività e del sano agonismo, ci piace urlare con forza che siamo diversi.
Ci piace urlare, non per sovrastare il tifo avversario ma per farci sentire, per mostrare a tutti il nostro modo diverso di fare sport. Credo che lottare per vincere la partita della vita, sia uno dei modi migliori per nobilitare la grande passione per lo sport che ci accomuna, mi piace essere provocatorio ed affermo “se invece dei tornelli agli ingressi, le telecamere, i biglietti nominativi e quanto altro viene in mente per fermare la violenza, facessimo entrare negli stadi o nei palazzetti non gli abbonati, ma solo i laici rianimatori di primo soccorso?".
La provocazione è grande, basterebbe però devolvere il solo incasso di una giornata di calcio e di qualsiasi altro sport professionistico per coprire tutte le spese ed avere dei tifosi uniti da un ideale, quello di dare il massimo per la vita; la mia sicuramente è un’utopia, ma intanto noi da piccoli che siamo ci proviamo e ci proveremo sempre invitando i nostri tifosi non solo a sostenerci, ma a diventare laici rianimatori di primo soccorso entrando a far parte di una squadra sicuramente vincente che lotta sino alla fine per la vittoria più bella.
Nelle Foto:
1 - Le ragazze Azzurra Iemmeci testimonial del Progetto "CittàCardioprotetta" consegnano alle squadre avversarie una copia di "Amico Cuore".
2 - Francesca De Fraia di Azzurra Iemmeci in un momento del corso per Laici Rianimatori.
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