sport

Orvietana, è questione di carattere

martedì 18 gennaio 2005
di Gabriele Anselmi

"Ora comincia un altro campionato”. Sono queste le parole con le quali il direttore sportivo dell’Orvietana, Alvaro Arcipreti, commenta la sconfitta e il futuro della squadra biancorossa. Perdere a Riccione ha significato per l’Orvietana avvicinarsi alla zona play out come non succedeva ormai da oltre un anno, ma allo stesso tempo ha riportato l’ombra di quei fantasmi che i biancorossi hanno sempre temuto. Non è la tecnica o la tattica a condizionare la squadra bensì il carattere del gruppo che è tornato a fare cilecca.

L’Orvietana ha perso la cattiveria, agonistica s’intende, di una squadra che deve lottare che non ha i potenziale per ammazzare il campionato, ma ha le qualità per recitare una parte da cartellone. Si concentra tutto nel carattere della squadra questa crisi passeggera che tra domenica sera e ieri mattina ha fatto ritrovare dirigenti e staff tecnico intorno ad un tavolo per discutere sul futuro. Non si tocca la rosa, non si tocca l’allenatore ma si lavora sulle motivazioni. Questo il succo del discorso, con la voglia di ripartire già da domenica conquistando i tre punti. In questo momento è ovvio che l’Orvietana è salva, perché sotto di lei ci sono quelle sei squadre che costituiscono il lotto dei paly out. Una motivazione in più per non aumentare la soglia di panico che è già alta tra i giocatori. Domenica contro il Russi comincia il nuovo campionato dell’Orvietana che in quindici partite dovrà riuscire ha staccarsi dalle zone pericolose della classifica e trovare un posticino tranquillo.

Tutti insieme, dirigenti, tecnici e giocatori concentrati per riuscire ad invertire la tendenza e riportare la rotta verso i binari giusti. Doveva o non doveva essere questo il campionato dell’Orvietana non si può stare qui a discutere chi ha fatto bene o ha fatto male. L’Orvietana ha le possibilità  per rimettersi in carreggiata, i risultati li ha ottenuti e come è riuscita a farlo prima può riuscirci adesso, quello che preoccupa è la mente dei giocatori. Troppo fragili, troppo tesi a volte paurosi, i biancorossi si lasciano cadere a terra quando l’avversario alza la testa e non riescono più a reagire. Con il Riccione è successo così: preso il goal sono arrivati i fantasmi della sconfitta e i giocatori si sono bloccati. Una grande partita e magari una vittoria possono essere le medicine per alleviare la paura e riportare la fiducia ai ragazzi di Borrello.