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Fulido Mugnaioli, l'ultimo dei combattenti alle celebrazioni del 4 Novembre

lunedì 4 novembre 2019
Fulido Mugnaioli, l'ultimo dei combattenti alle celebrazioni del 4 Novembre

"Ricordare, mantenere viva la memoria, celebrare le gesta di chi ci ha preceduto è un dovere di ogni amministrazione e di tutti i cittadini. Così, Manciano e le sue frazioni commemorano il 4 Novembre, la giornata dell’Unità nazionale, una data che non può essere dimenticata". Queste le parole del sindaco di Manciano Mirco Morini il quale insieme agli assessori hanno ricordato l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti firmato tra l’Italia e l’Austria-Ungheria il 4 novembre 1918, che ha sancito la fine della Prima guerra mondiale, i combattenti e tutti i caduti.

“A Montemerano abbiamo ancora un combattente della Seconda guerra mondiale, di 96 anni – spiega l’assessore all’Istruzione del Comune di Manciano, Daniela Vignali – unico in tutto il comune, che ci porta indietro con il tempo. Si tratta del signor Fulido Mugnaioli, classe 1923, che con grande coraggio e onore, a distanza di anni, è un modello per la sua famiglia e per tutta la comunità. La figlia Maria Rosa Mugnanoli ha raccontato le gesta di suo padre che “fu preso prigioniero – spiega - quando era di leva, a soli 20 anni, all’inizio della Seconda guerra mondiale.

Era solo un ragazzo e fu preso in Sicilia dagli inglesi e fu fatto prigioniero prima a Tunisi e poi ad Algeri. Furono anni terribili, si ammalò ed ebbe anche l’estrema unzione per le disperate condizioni in cui versava. Ma mio padre seppe resistere e per non morire di fame si era messo a disposizione dei nemici per lavorare e quindi guadagnarsi da mangiare. In Algeria prestava servizio agli scali di volo e dovette firmare un documento nel quale c’era scritto che era obbligato a prestare fede mentre svolgeva il proprio lavoro, pena la fucilazione. Ora è davvero un uomo in pace con se stesso e con il mondo”, conclude la figlia Maria Rosa. “Oggi – sottolinea il sindaco Morini – ricordiamo e celebriamo questa data, diventata con il tempo simbolica, per rappresentare una serie valori alla base dell’unità del popolo italiano e con l’occasione ricordiamo anche il presidente dell’associazione dei Combattenti che non è più tra noi, Mario Babbanini”.