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Allerona Scalo, riflessioni sulla gita parrocchiale tra svago e introspezione religiosa

mercoledì 18 aprile 2018
di Antonio Ruina
Allerona Scalo, riflessioni sulla gita parrocchiale tra svago e introspezione religiosa

Lo scorso fine settimana - sabato 14 e domenica 15 aprile - la Parrocchia dei Santi Abbondio e Silvestro di Allerona Scalo ha organizzato una gita naturalistica, assecondando una indicazione pastorale del parroco, don Eugenio Campini. Nel nostro territorio, che non ha grandi tradizioni di vita associativa in questo campo, la Parrocchia è generalmente vista e vissuta come un ente a scopo religioso, dove oltre ai riti sacri si ritrovano spazi di aggregazione per bambini come l'oratorio e gli impianti sportivi, e dove gli adulti che la frequentano con assiduità di volontariato (Caritas), di educazione ed animazione dei più piccoli con la musica e il teatro.

In questa nuova esperienza, don Eugenio ha voluto coinvolgere quali organizzatori figure di giovani capaci di sintetizzare le varie esigenze della comunità. Così, ha lasciato ampia libertà di manovra a Federica Bracaletta, da sempre impegnata nelle attività naturalistiche, e ai suoi collaboratori Marco Cupello, Demi Guerrini, Alessandro Bonetti, Alessio Teodori e Luca Giuliani, di progettare la gita parrocchiale perché tutti i partecipanti potessero essere felici di trascorrere giornate diverse nel verde, all'insegna del sano divertimento, dello svago e dell'amicizia, per dare a tutti i partecipanti la possibilità di vivere un'esperienza fantastica, ricca di animazione ma anche di momenti di riflessione e preghiera che rafforzano il senso dello stare insieme e dell'appartenenza ad una stessa comunità unità dalle stesse finalità e dalla stessa fede.

La prima tappa è stata a Scanno (AQ), dove il gruppo ha raggiunto l'Eremo di Sant'Egidio per poi ammirare dall'alto il lago che prende la forma di un cuore. Quindi, dopo la sistemazione in albergo, i partecipanti hanni preso parte alla Santa Messa presieduta dal parroco. La seconda tappa è stata "tra cascate e camosci" a Civitella Alfedena dove, anche qui, il cammino è stato caratterizzato dalla solidarietà tra i partecipanti. Inutile dire che l'iniziativa ha riscontrato la piena soddisfazione dei partecipanti, probabilmente l'insegnamento che ne scatuscie, come ha detto don Eugenio nella sua omelia "è la necessità di un percorso che possa far verità per divenire testimoni del Risorto.

Una testimonianza che deve trovare forza dallo stupore per la natura. Infatti, il percorrere sentieri, talune volte impervi e faticosi, è rappresentazione del cammino che ogni persona deve compiere per giungere alle mèta del proprio essere cristiano credibilie. Potrebbe essere un percorso faticoso, arduo e difficile, forse inimmaginabile. Ma è un cammino che deve essere affrontato e proposto con coraggio alle giovani generazioni. E, questa, è la vera fatica che vale la pena di vivere".