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L'Albero di Antonia: "La mobilitazione oggi contro la violenza sulle donne"

sabato 25 novembre 2017
L'Albero di Antonia: "La mobilitazione oggi contro la violenza sulle donne"

"A mobilitarsi per il 25 novembre di quest’anno, giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall’ONU diciotto anni fa, sono sempre di più le donne che scendono in piazza nelle città del mondo. Anche in Italia la mobilitazione è in forte crescita grazie soprattutto alle tante associazioni femministe, alle attiviste, alle Case delle Donne, ai Centri Antiviolenza costituiti da donne. La manifestazione nazionale sarà a Roma, con un corteo da Piazza della Repubblica, sotto la bandiera di “Non Una di Meno”, il movimento femminista per la libertà delle donne dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme.

Il Centro Antiviolenza di Orvieto, dell’associazione L’Albero di Antonia, ha scelto di partecipare, per il secondo anno, alla manifestazione a Roma; in questi giorni ha partecipato con il Comune di Orvieto ed altre istituzioni locali e regionali al lavoro di rete antiviolenza e lunedì prenderà parte all’assemblea degli studenti dell’Istituto professionale di Orvieto, mentre lo scorso ottobre ha collaborato con ApertaMenteOrvieto al Festival del Dialogo, proprio sul tema della violenza di genere e lo scorso anno ha organizzato una partecipata iniziativa sugli stereotipi di genere con l’associazione PartecipArte di Roma.

Le donne oggi hanno migliori possibilità di uscire da una relazione violenta, ed anche migliori prospettive di vita, di libertà, di studio, di lavoro e di retribuzione. Le istituzioni e le amministrazioni nazionali stanno affrontando con azioni programmatiche di lungo periodo la complessa tematica della violenza, seppur con ottica ancora diversa e distante dalle necessità delle donne vittime di violenza e dalle proposte dei Centri che operano al fianco delle donne. Il percorso di mediazione sarà lungo e difficile ma le attiviste hanno fatto molta strada per arrivare ai risultati di oggi.

Le prime mobilitazioni ed azioni internazionali di contrasto e prevenzione alla violenza datano a trenta anni fa, e numerosi sono stati i trattati e le leggi, una per tutte la Convenzione di Istanbul ratificata dall’Italia nel 2013. Dopo la positiva attivazione del numero verde nazionale antiviolenza 1522 del 2006, ed al primo Piano nazionale antiviolenza del 2015, quest’anno si è attivato il Tavolo interistituzionale sul femminicidio presso il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, un tavolo unico di confronto e di concertazione costanti tra istituzioni nazionali, regioni ed associazionismo sociale.

Ma per cancellare la violenza di genere non basteranno buone leggi e risorse economiche, qualora verranno investiti adeguati finanziamenti; la misura della distanza sono le resistenze culturali maschiliste e patriarcali, fortemente radicate in ogni contesto sociale, politico, amministrativo. Questa è la causa principale della scarsa emersione, repressione e  contrasto al vergognoso e inaccettabile fenomeno sociale e culturale della violenza sulle donne ed i figli minori che assistono alle violenze, soprattutto in ambito famigliare. Non è perché alle donne manca il coraggio se oltre il novanta per cento non denunciano! Il ricatto patriarcale sui figli e quello economico-abitativo sono le principali cause, ma le donne spesso si trovano sole ed isolate ad affrontare mille difficoltà, talvolta vittime anche delle cattive istituzioni, se non vengono accompagnate dal sostegno di una rete antiviolenza competente in quanto formata sulla materia; tra le tante azioni da mettere in campo nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza sarebbe essenziale poter disporre, oltre che di case rifugio, anche di case di semiautonomia e di case con affitti calmierati.

La violenza sulle donne è un fenomeno diventato mediatico ma le luci dovrebbero essere puntute sugli autori delle violenze, che spesso sono rimossi o occultati; gli uomini non violenti dovrebbero in primis farsi carico del fenomeno, insieme ai professionisti ed agli operatori a diretto contatto con gli uomini maltrattanti e le vittime dei reati commessi. Le operatrici volontarie de L’Albero di Antonia, da oltre dodici anni, chiamano a raccolta il partenariato pubblico e privato mirato ai fondi dei bandi pubblici ed anche il sostegno di aziende e privati. Tutte e tutti insieme cancelleremo la violenza di genere".

Associazione L’Albero di Antonia di Orvieto