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Sacra Rappresentazione in San Giovenale. "Io sono con voi: Risurrezione"

venerdì 25 marzo 2016
di Davide Pompei
Sacra Rappresentazione in San Giovenale. "Io sono con voi: Risurrezione"

La risalita, dopo la discesa agli Inferi. La via che tiene in vita, di fronte alla vita. Con lo sguardo alto e i piedi a terra, a fronteggiarne gli urti ma anche a godere di tanta pienezza. "Risurrezione è non essere soli, è apertura del cuore al dono della rinascita". Un annuncio che ad Orvieto si rinnova nella sera di Lunedì dell'Angelo. In continuità – non solo geografica – con quanto avviene da tre anni a questa parte in occasione del Presepe Vivente nel giardino sottostante, lunedì 28 marzo alle 21 la Chiesa di San Giovenale fa da cornice alla Sacra Rappresentazione "Io sono con voi: Risurrezione".

Prima edizione – durata, un'ora circa – per un'iniziativa patrocinata dal Comune che, con umiltà e discrezione, si candida a diventare appuntamento fisso nella città dell'Eucarestia, edificando simbolicamente un ponte che lega l'annuncio della Nascita – rappresentata ormai da tre anni dall'associazione "Presepe&Orvieto" – con quello della Risurrezione, centro e fondamento della fede cristiana. Immagine-simbolo scelta, l'Icona della Risurrezione contenuta nella Cappella della Comunità Cenacolo di Medjugorje.

L'idea arriva da lontano e dal profondo di chi l'ha pensata e imbastita grazie al sì di una ventina di persone. Unico attore, vicino al dramma sacro, Andrea Brugnera. In tutti, però, c'è un impegno di cuore. Non per apparire, ma per essere dono. Nessuna teatralizzazione, né pretesa artistica. Due letture e un canto, con voce "speciale". Quadri scenici che, con semplicità, intendono gettare "un piccolissimo seme che potrebbe riaprirsi e far ri-scoprire e ri-nascere quella forte tradizione delle rappresentazioni sacre, tanto vive e forti nei secoli passati ad Orvieto e in Umbria".

Nasce tutto da un'esperienza e un desiderio. "Quello – confida Anna Donatellidi portare alla luce l'annuncio della speranza di un sepolcro che non è vuoto perché non c'è più nessuno, ma pieno di un Amore che crede in questa discesa e risalita al Cielo. È il cuore a dirmi di fare questa cosa e che non c'è solo la croce. Sotto, sarà Maria ad aprire il ricordo e far memoria di un avvenimento doloroso con la certezza che Lui l'aveva detto: avrebbe sconfitto la morte.

Il sepolcro vuoto e le apparizioni di Gesù dopo la morte sono l’esperienza che ri-dona alla Maddalena, alle donne e ai dodici apostoli confusi, addolorati, smarriti, persi, la forza di ri-cominciare, di ri-tornare a vivere sapendo che la promessa di salvezza è divenuta concretezza. Che la Parola annunciata è testimonianza, voce di speranza e conforto di fronte all'esperienza della morte, fonte di vita. E che più forte della morte è l'Amore.

C'è Pietro, confermato a capo degli apostoli. E c'è Tommaso, che è ognuno di noi ogni giorno, chiamato ad interrogarsi con quello che la vita mette davanti. La musica si alternerà ai momenti parlati. Ad eccezione del monologo, il resto è parola di Dio. È preghiera con il cuore, nell'attesa del Sacramento".