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La Diocesi presenta il Giubileo della Misericordia: "Occhi per vedere e cuore per accogliere"

domenica 13 settembre 2015
di Davide Pompei
La Diocesi presenta il Giubileo della Misericordia: "Occhi per vedere e cuore per accogliere"

Chiuse due porte, se ne apre un'altra. Accadrà a dicembre in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, fortemente voluto da Papa Francesco, che per la prima volta nella storia dei giubilei offre la possibilità di aprire la porta santa anche nelle singole diocesi. E che, ancora una volta, trova in quella di Orvieto-Todi, un terreno fertile.

Qui, infatti, è stato da poco salutato come "un tempo di grazia" il biennio giubilare - concesso da Benedetto XVI in occasione del 750esimo anniversario del miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 e della promulgazione, l'anno successivo, della Bolla Transiturus de hoc mundo con cui Urbano IV istituì per la Chiesa universale la festa del Corpus Domini - che ha portato circa 400.000 pellegrini negli epicentri di Orvieto e Bolsena.

Come annunciato, a presentare le iniziative promosse per il nuovo giubileo straordinario che avrà simbolicamente inizio martedì 8 dicembre, sono stati sabato 12 settembre nell'auditorium B della Casa del Pellegrino, presso il Santuario di Collevalenza, monsignor Benedetto Tuzia, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, e padre Aurelio Pérez, superiore generale dei Figli dell'Amore Misericordioso.

E' proprio qui, nel primo santuario al mondo dedicato all'amore misericordioso, intitolato alla Beata Madre Speranza che ha speso la sua vita "nell'annuncio urgente dell'Amore immenso di Dio per ogni creatura, anche la più peccatrice e perversa, e in opere concrete di misericordia verso i più bisognosi", che il vescovo aprirà domenica 13 dicembre 2015 alle 16 la porta santa dell'anno giubilare per poi richiuderla, domenica 13 novembre 2016, stesso orario.

"Torniamo a varcare una porta santa – ha spiegato – ridando peso e nobiltà a un concetto come la misericordia, considerato spesso debole da un cultura intrisa di atteggiamenti forti. Quasi come se la misericordia potesse impoverire questa apparente verità. In questo ultimo periodo, grazie anche a Papa Francesco, c'è stata una rivalutazione che ha portato a dire che la virtù della misericordia è l'architrave della fede, vita stessa della Chiesa.

All'interno di un dizionario teologico pieno di mistero, si è recuperato lo spessore di un vocabolo che torna ad essere nitido. In questa diocesi abbiamo il privilegio di avere un luogo così particolare che parla di misericordia, come il santuario che lo annuncia già nel nome. Un polmone spirituale per l'intero territorio dove si respira l'insegnamento di chi lo ha ispirato e di chi oggi ne prosegue la missione".

Primo gesto di misericordia, sarà dunque l'apertura della porta santa. Sotto questo aspetto, il santuario sarà luogo privilegiato ma arriverà anche nelle parrocchie. Laici e religiosi andranno, infatti, di famiglia in famiglia a recapitare l'opuscolo attualmente in stampa contenente il Vangelo di Luca e alcuni spunti per il giubileo che sarà consegnato entro Natale e con esso l'annuncio. Attesi, poi, i pellegrinaggi vicariali al Santuario e le celebrazioni dei giubilei delle Caritas parrocchiali e delle opere caritative, di ragazzi e bambini, quelli parrocchiali, della Regione Ecclesiastica Umbra e dei detenuti.

"Scoprire che l'amore misericordioso di Dio è la forza più grande – ha aggiunto padre Aurelio Pérez - è un'intuizione che si fa annuncio esplicito, quello di una porta spalancata per tutti. Siamo lieti che il giubileo venga aperto in questo santuario. È un doppio riconoscimento all'opera di Madre Speranza. Prevediamo moltissima gente, l'augurio è che non rimanga solo un grande evento ma che parli realmente al cuore delle persone".

Inevitabile, allora, il riferimento all'accoglienza dei migranti. "Siamo aperti alle richieste d'aiuto – hanno sottolineato – legate alle grandi urgenze del nostro tempo. Lì, si vede come la misericordia non sia una virtù debole. Attualmente, questa diocesi accoglie nelle proprie strutture tra Orvieto e Todi già oltre cento persone, e da oltre 15 anni porta avanti un progetto di accoglienza per rifugiati politici provenienti dall'Eritrea ma non solo. Oltre 40, alloggiati tra Tordimonte e Orvieto scalo. Le opere di misericordia non sono solo quelle spirituali ma si sostanziano attraverso testimonianze concrete".

L'alloggio dei pellegrini è proprio una di quelle individuate, accanto alla visita ai carcerati. E poi: dar da mangiare agli affamati, consolare gli afflitti e visitare gli ammalati. Segni giubilari che interesseranno l'intera diocesi.

"Nella carità – ha concluso il vescovo – c'è un sommerso che resta tale. Il papa ci sprona ad essere ancora più attenti, con lo studio di modalità opportune. Senza improvvisazioni e senza l'onda delle emozioni. Spesso, le persone hanno bisogno di un visto. Ci sono questioni logistiche, legate ad esempio all'aspetto sanitario. Trovo efficace l'immagine, usata dal papa, della Chiesa come ospedale da campo delle ferite della modernità.

È qui che hanno accoglienza e dignità di risposta. Ci sono numerose ferite a cui prestare attenzione. La Chiesa non è una casa per persone risolte. Il papa ci sta abituando a questo sguardo non superficiale. Se parla di 'globalizzazione dell'indifferenza' è perché la percepisce come pericolo del nostro tempo. Occorrono occhi in grado di vedere e un cuore che sa accogliere".