sociale

Tomas Teos e la ricerca dell'autenticità. Un cammino che si integra al silenzio e alla tranquillità del territorio

domenica 23 novembre 2014
di Livia Di Schino
Tomas Teos e la ricerca dell'autenticità. Un cammino che si integra al silenzio e alla tranquillità del territorio

Contribuire a far ritrovare nelle persone la propria autenticità, è l’impegno che Stefano Veccioni, in arte Tomas Teos, compie tutti i giorni. La sua mission. E lo fa proprio da Orvieto, città nella quale ha scelto di ritornare a vivere e da dove continua ad approfondire e trasmettere i risultati dei propri studi. Approfondimenti e riflessioni che si arricchiscono di importanti viaggi ed esperienze personali, che arrivano ad abbracciare anche la simbologia e la psicoanalisi.

Classe 1970 ed ex nazionale karate, per Tomas Teos è possibile arrivare all’autenticità. Da qui le sue proposte, innovative per il territorio: la psicogenealogia, lo yoga dinamico e lo yoga acrobatico. Pratiche che, come spiega l’insegnante, sono ripulite da inefficaci orientalismi tanto di moda. Il lavoro che porta avanti, quindi, tiene in considerazione le influenze dell’albero genealogico sulla vita delle persone, partendo dai suoi sintomi e disagi.

Un percorso che deve andare di pari passo con la ricerca del proprio autentico - quindi diverso da quello di un altro - benessere fisico, sessuale, emozionale e mentale attraverso l'applicazione di pochi semplici principi: ritmo e movimento, respiro, attenzione e meditazione spontanea. Un contributo che si integra perfettamente al silenzio e alla tranquillità di un territorio, quello orvietano, costellato da piccoli borghi, dove è ancora possibile sorprendersi a osservare un paesaggio e ad ascoltare il suono del vento.

Quello della ricerca dell’autenticità è il cammino che quotidianamente Tomas Teos indica ai propri allievi e, fortemente motivato dalla sua vocazione, ha realizzato per questi materiale informativo specializzato: i quaderni di Astanga Vinyasa Yoga. Il primo di questo, dalla patinata copertina arancione, ha permesso di approfondire alcuni dei punti salienti del suo insegnamento: principi posturali, relazione tra ossa e auto-svalutazione, avvertenze e indicazione per la pratica, esecuzione tecnica fino ad arrivare alla pronuncia dell’antica lingua del sanscrito.

Un testo che si rivolge a quanti lo yoga lo praticano, anche se molti dei suoi lettori – conoscendo l’autore e quindi le sue competenze - si sono approcciati ad esso da profani. Soprattutto per loro, nel prossimo quaderno, è prevista un’intervista dedicata, che si rivolge appunto ai meno informati e ai più scettici. Un modo per affrontare una nuova sfida, basata sul confronto e su una modalità conoscitiva maieutica. Una conoscenza che cerca un equilibrio tra sogno e realtà, tra liquidità e definizione, tra destrutturazione e ricerca del sé, superando schemi prestabiliti e ingombranti sovrastrutture.