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Consap lancia l'allarme: "Rischio collasso sicurezza e conseguente tenuta democratica del paese"

giovedì 17 luglio 2014
Consap lancia l'allarme: "Rischio collasso sicurezza e conseguente tenuta democratica del paese"

“162 anni di Polizia di Stato e 200 anni dell’Arma dei carabinieri, questo è gloriosamente nella storia...del nostro paese”, i poliziotti replicano duramente alle dichiarazioni dell’ideologo delle Nuove Br Alfredo Davanzo che aveva definito le Brigate Rosse “gloriosamente nel passato di questa nazione”. E gravissimo reputano anche l’ assordante silenzio con cui queste dichiarazioni sono state accolte dai vertici delle Forze di Polizia, la riprova dell’assoluta incapacità di preservare il futuro della sicurezza nazionale sia da parte del Ministero dell’Interno che del governo attuale. E’ sempre più vicino e concreto infatti il rischio di collasso della sicurezza nel nostro paese. Anche questo governo, in perfetta continuità e “sintonia” con i precedenti, ritiene che la sicurezza interna del paese sia una spesa da tagliare anziché un obbiettivo sul quale investire per favorire anche la ripresa economica dell’Italia.

"L’azzeramento della capacità di azione delle Forze di Polizia - afferma il segretario nazionale Consap Stefano Spagnoli - genera il conseguente pericolo della tenuta democratica della Repubblica e questa è la minaccia che incombe anche sul Bel Paese e che è fortemente sottovalutata dal Governo. Oramai la mancanza di benzina per le auto delle FF.OO non è più un problema, tanto non ci sono le macchine sulle quali metterla...! Infatti i due terzi delle autovetture delle Forze di Polizia non sono più marcianti perché con oltre 300.000 chilometri o in avaria senza possibilità di riparazione per mancanza di fondi. Una farsa si è rivelata anche la dismissione su e-bay delle cosiddette auto-blu, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ne ha dimesse appena 85 e per ora ne sono state vendute solo 25 a prezzi di assoluta svendita.

Giubbetti antiproiettili scaduti, caschi per motociclisti scaduti, uniformi mancanti, munizionamento per le armi in dotazione insufficiente anche per l’addestramento del personale, etilometri inutilizzabili per mancanza di fondi per la revisione, chiusura di oltre 300 presidi della Polizia di stato, ventilata chiusura di almeno 80 Questure e molto altro, hanno determinato l’annullamento della capacita di intervento ed azione di quella che, in passato, era ritenuta la migliore Polizia d’Europa.

Uno stillicidio di risorse che ricade sui cittadini: ormai sempre più spesso per presentare una denuncia bisogna portarsi le fotocopie perché molti commissariati non hanno carta né fotocopiatrici funzionanti, gli uffici denunce sono un ricettacolo di rifiuti per il taglio di circa il 70% sulle spese per le pulizie ordinarie straordinarie per non parlare poi dell’indecenza dei servizi igienici e degli spogliatoi, per concludere con le famigerate camere di sicurezza delle Questure che sono ormai dei veri e propri ripostigli senza alcuna utilità pratica.

La questione, però, non finisce qui. Anzi, assume un rilievo ancora più drammatico se ragioniamo sui numeri dell’organico piuttosto che sui presidi. Per capire, prendiamo proprio la Polizia Postale. Secondo lo schema vigente, l’organico oggi dovrebbe contare 3.456 unità (in realtà, come sappiamo, si registra un calo fisiologico tra organico previsto e forza effettiva). Il piano, invece, farebbe scendere il numero a 1.850. E, ancora, la Polizia Ferroviaria: dai 7.765 dell’organico di oggi si arriverebbe addirittura a soli 4.500 o anche la Polizia Stradale dove la perdita di uomini attuale è di 4000 unità. Dai sindacati di settore dicono che la risposta arrivata dai vertici a tale problematica è stata molto semplice: coloro in sovrannumero saranno risistemati, in uffici o sottosezioni, creati ad hoc nelle questure.

Difficile a dirsi, però, dato che i numeri dicono che anche il personale delle questure scenderà vertiginosamente, passando dai 59.494 previsti oggi a 55.035. Insomma, quello che emerge è un taglio indiscriminato. Lo si evince chiaramente dal computo complessivo delle unità in forza alla Polizia: si passerà dalle 116.662 unità oggi attive ad un nuovo organico di sole 103.266 persone. Il rischio, insomma, è che quasi 14 mila poliziotti restino a spasso.

A ciò si aggiunge la mancanza del turn-over che determinerà, in brevissimo tempo, la totale dispersione dell’esperienza accumulata nei decenni dalle FF.OO. nella lotta alla micro e macro-criminalità, che non potrà essere trasmessa alle nuove generazioni di poliziotti per mancanza di quest’ultimi. A mero titolo esemplificativo, solo quest’anno, a fronte di 5000 uomini della sola Polizia di Stato che se ne andranno in pensione, soltanto 2500 saranno reintegrati. E questo ragionamento lo si deve ripetere per tutte la altre forze di Polizia. Si aggiunga poi che l’età media degli appartenenti alle FF.OO si attesta intorno ai 46 anni e quindi la risposta al crimine, invece sempre più variegato e giovane, sarà sicuramente sempre meno efficace ed adeguata.

Intanto cresce l’allarme per il prossimo autunno caldo dove le Forze di Polizia dovranno affrontare una piazza sempre più violenta e arrabbiata contro lo Stato, per queste attività si potranno sperimentare le nuove microcamere sul gilet tattico per filmare gli scontri, ma mancheranno caschi, u-boot e preparazione visto che ormai le Questure delle città sedi di manifestazioni utilizzano tutto il personale a disposizione, mandando allo sbaraglio colleghi che non sono mai stati addestrati per attività di ordine pubblico con caschi più grandi delle loro teste o peggio più piccoli, dando l’impressione che il concetto di “uniforme” sia ormai solo un luogo comune.

Da ultimo, ma non per importanza, il blocco degli stipendi, ormai fermi da quattro anni, e già si parla di un ulteriore blocco contrattuale e assegni di funzione fino al 2020, che ogni giorno che passa offende sempre più la dignità delle donne e degli uomini in divisa che rischiano la loro vita per gli altri poco più di 1000 euro al mese, demotivandoli e mettendolo a dura prova anche la loro abnegazione. (leggi vocazione)

In conclusione, lo stato in cui versano la Polizia di Stato e tutte le altre FF.PP. rischia di compromettere in modo serio la tenuta democratica del paese per l’impossibilità delle FF.OO di garantire, adeguatamente, l’ordine e la sicurezza pubblica su tutto questo arrivano le “farneticazioni” di Alfredo Davanzo, condannato a 9 anni di reclusione per la sua appartenenza al Pc-Pm (Partito comunista politico militare), di cui fu accusato di essere l’ideologo, e scarcerato alcune settimane fa in regime di liberazione anticipata (dopo 7 anni e 3 mesi), il quale, tra l’altro, ha affermato: “... Le Brigate Rosse appartengono gloriosamente alla storia ...” (Dal sito di Sardegna Reporter del 14/07/2014)".