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Il cordoglio della Artech: "Interrotta una storia di coraggio e speranza"

mercoledì 25 giugno 2014

La notizia della scomparsa di Saverio Marinelli, il 19enne di San Venanzo affetto da distrofia muscolare Duchenne, salvato da morte certa quando aveva 15 anni grazie all’impianto di un cuore artificiale “Jarvik2000” all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha gettato nello sconforto anche la Artech, l’azienda distributrice della protesi meccanica di supporto alla circolazione cardiaca utilizzata su Saverio. Il ragazzo è mancato lunedì mattina a Roma presso l’Ospedale Bambin Gesù a causa di un’infezione polmonare legata al decorso della distrofia, una complicazione che non ha dato scampo al giovane.

 Alla Artech la vicenda di Saverio è stata seguita giorno dopo giorno fin dal primo intervento, a fine settembre del 2010, primo impianto al mondo di un cuore artificiale permanente su un paziente minorenne. La notizia dell’operazione, condotta dall’equipe del Dott. Antonio Amodeo, fece il giro del mondo.

“Il rapporto con Saverio, con i suoi genitori e con i suoi parenti più stretti – spiega Emilio Contini, titolare della Artech – ha costituito per noi in questi anni un’enorme lezione di umanità e di amicizia e quello che proviamo in queste ore è dolore sincero, come se avessimo perso un membro della nostra famiglia; non possiamo dimenticare ad esempio che è grazie ai Marinelli se, pochi giorni dopo il terremoto che ha devastato la nostra sede nella bassa modenese nel 2012, abbiamo ricevuto un container da cui siamo ripartiti per proseguire con l’assistenza ai nostri centri medici e ai pazienti in tutta Italia”. “Saverio – prosegue Contini - nonostante la giovane età, ci ha insegnato a guardare all’essenziale e a non perdere mai la speranza. Il suo coraggio e la sua determinazione hanno aperto la strada a tanti ragazzi che vivono nelle sue stesse condizioni e che, fino al 2010, non avrebbero avuto opzioni percorribili quando la Duchenne avesse bussato alle pareti del loro cuore”.

La Artech, nel ricordare anche i grandi passi avanti che l’esperienza di Saverio ha consentito di fare nell’evoluzione tecnica e scientifica delle terapie con Dispositivi di Assistenza Ventricolare (VAD), ricorda che però l’unica strada per sconfiggere la distrofia Duchenne è la ricerca e invita pertanto a dare il proprio sostegno ad associazioni come Parent Project Onlus, impegnate da anni a cercare una terapia per aiutare i tanti pazienti e le loro famiglie che combattono tutti i giorni contro questa terribile malattia.

 


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