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A breve il restauro della chiesetta di Santa Maria del Borgo

sabato 21 giugno 2014
A breve il restauro della chiesetta di Santa Maria del Borgo

Una piccola comunità, quella di Santa Maria, frazione di Monteleone d’Orvieto, si mobilita per raccogliere la somma necessaria per i lavori di restauro della chiesa intitolata a S. Maria Maddalena. L’iniziativa è dell’Arci, in particolare del Comitato sagra coordinato da Fabio Vanni, che ogni anno organizza in paese una grande festa attorno al piatto tradizionale: gnocchi (fatti a mano) in tutte le salse, compresa quella allo zafferano.

“Il gran finale dell’edizione 2014 - spiega Morena Cherubini, del Comitato - è fissata per il 22 giugno, ma abbiamo anticipato l’allestimento dello spazio e della cucina, coprendo spese e mettendoci al lavoro, e abbiamo invitato tutti per il 2 giugno: è stato un successo, una tavolata di 320 persone, anche forestieri, e il contributo raccolto è stato devoluto per intero alla parrocchia, per finanziare le opere di restauro”. Quella porta chiusa da un anno, lungi dall’aver tagliato il legame antico, che risale al XV-XVI secolo, è stato invece un invito a trovare il modo per sostenere la parrocchia per poter riaprire la chiesa ai fedeli.

Il parroco, Don Aldo Gattobigio, conferma che la somma raccolta consente di iniziare a breve i lavori: “Santa Maria del Borgo, che prende il nome proprio da questa piccola chiesa - sottolinea Don Aldo - testimonia un profondo senso di appartenenza che unisce le persone e i luoghi sacri; circa un anno fa la presenza di alcune crepe avevano evidenziato problemi di staticità e la necessità di un restauro, che hanno imposto di chiudere la chiesa per motivi di sicurezza. Grazie all’operosità della comunità del borgo e alla somma raccolta, non appena definiti gli adempimenti tecnico-burocratici, i lavori partiranno a breve: sono previsti smontaggio parziale del tetto, consolidamento della volta, rimontaggio manto e copertura, regimazione delle acque pluviali”.

La chiesa è il cuore del borgo: “Fino a un anno fa - racconta Giuseppe Papini, affettuoso custode - ogni sabato pomeriggio si celebrava la S. Messa; è stato durante un funerale che qualcuno si è accorto delle crepe… L’antico edificio è stato ricostruito negli anni Cinquanta, poi restaurato una ventina d’anni fa. Ognuno ha un ricordo caro di questo luogo: il lampadario in ferro battuto, ad esempio, realizzato da Mario Parretti, è stato un dono che i parenti di una devota defunta, in sua memoria, hanno voluto offrire alla chiesa”.