sociale

E' arrivato il terzo Orto in Condotta di Orvieto

giovedì 29 maggio 2014
E' arrivato il terzo Orto in Condotta di Orvieto

E’ arrivato il terzo Orto in Condotta di Orvieto: non è un’incursione di guerrilla gardening, come racconta uno spot televisivo di moda, ma un progetto educativo preciso, ragionato e programmato da molti mesi, che si è reso possibile grazie al lavoro e alla tenacia dell’Istituzione Scolastica (Scuola Elementare L. Barzini e Scuola Media L. Signorelli), della Condotta Slow Food di Orvieto e di A.GE (Associazione Genitori) di Orvieto. Sono stati proprio i genitori che hanno reso possibile trasformare un terreno incolto, posto ai piedi dell’uscita di sicurezza della scuola, in un orto. Quando è stato individuato era pieno di calcinacci e vetri lasciati durante i vari interventi di manutenzione dell’edificio e mal coperti da un po’ di erbetta. Non era possibile pensare di trasformarlo in un orto rigoglioso senza prima provvedere alla sua bonifica, proprio il lavoro di bonifica ha visto impegnati i genitori di A.GE molti pomeriggi, dopo la chiusura della scuola, ma finalmente il terreno è stato pronto ad ospitare un magnifico orto, abbellito da alcune piante di rose (donate da A.GE promotrice del progetto “Il paese delle rose”), seminato dai bambini sotto la direzione degli insegnanti e dell’ortolano Fiorangelo, nel rispetto dei principi e la filosofia di Slow Food.

Quindi non solo libri e quaderni, ma anche semi, rastrelli e zappette  fanno capolino come nuovi oggetti fatti a posta per ‘sporcarsi le mani’ con la terra: il progetto Orto in condotta che mira a istituire piccole comunità di apprendimento formate da studenti, insegnanti, genitori, nonni e produttori locali per facilitare la trasmissione alle giovani generazioni dei saperi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell’ambiente. Qui i bambini possono apprendere la coltura di ortaggi veri, piantare i semi e vederli gradualmente trasformarsi in piante,imparando ad osservare la natura e i suoi ritmi lenti e perfetti, a conoscere la stagionalità delle colture fino a raccogliere i frutti del loro lavoro. Tutto ciò stando all’aria aperta, a contatto con la terra.

In tal modo i baby ortolani possono cimentarsi  in un’attività manuale che li stimola a sperimentare e sviluppare nuove abilità e attitudini, ad approfondire lo studio del mondo vegetale, a fare sul campo esperienze concrete; parimenti importante la valenza pedagogica che riveste l’assunzione di responsabilità sia all’interno del gruppo di lavoro, sia verso le piante che hanno bisogno di acqua e cure e non possono essere abbandonate come un giocattolo che non piace più. L’orto è un luogo ideale dove fare didattica e dove ricreare quel contatto fondamentale tra esseri umani e Terra Madre: i bambini coltivando frutti e verdure sono educati alla varietà, alla stagionalità al rispetto della natura e degli esseri viventi, secondo i principi di Slow Food: buono pulito e giusto.

L’orto scolastico è anche un’occasione per fare educazione alimentare, per far comprendere ai piccoli l’importanza della varietà e della qualità dei cibi per mantenere se stessi in buona salute.
L’esperienza dell’orto è trasversale a molte materie di studio e consente un lavoro interdisciplinare  tra scienze, matematica, italiano, storia, etnologia, antropologia geografia, arte. La scuola si anima, si trasforma in qualcosa di nuovo ed entusiasmante e con essa il rapporto che lega gli alunni all’ambiente scolastico. L’auspicio è che le nuove generazioni imparino a coltivare, oltre alle zucchine e alla lattuga, anche il  senso del rispetto per la natura e l’ambiente, più spiccatamente dei loro predecessori.