sociale

Lettera aperta ai cittadini dei 5 Comuni dell'Alto Orvietano

martedì 1 aprile 2014
di Comitato di Officina Comune
Lettera aperta ai cittadini dei 5 Comuni dell'Alto Orvietano

Cara cittadina, caro compaesano, cara vicina di casa, conoscente, amico, cara mamma e papà, caro figlio,

quando si è in difficoltà, quando i problemi si intrecciano inesorabilmente, tendiamo per istinto a chiuderci in noi stessi, quasi a proteggerci. Le cause del nostro malessere, sotto forma di colpe, vengono attribuite completamente agli altri, senza distinzione. La paura derivante comporta una chiusura ancora maggiore e qualsiasi proposta di cambiamento è percepita come minaccia.
Siamo consapevoli che tutto ciò sia naturale e che serva uno sforzo immenso, caparbio, responsabile per superare tutto questo... ma non possiamo permetterci di rimanere immobili! Non possiamo far finta di non vedere che le storiche terre dove viviamo si stanno consumando, sgretolando e piano piano morendo. Lo dobbiamo a noi stessi e soprattutto lo dobbiamo alle future generazioni che, se non avremo il coraggio di metterci in discussione ora, ci confineranno a ragione nel dimenticatoio della storia.
Non ci vuole poi molto per rendersi conto che mentre la zona artigianale di Città della Pieve continua ad ampliarsi, le nostre zone artigianali sono praticamente deserte, nonostante la strategica posizione in cui si trovano.

E come non accorgersi che la metà delle case nei nostri bellissimi centri storici è ormai vuota, mentre in Toscana i borghi si stanno ripopolando. Pensiamo infine ai nostri castelli, ai piccoli centri, alle vallate, alle chiese, ai fiumi, ai teatri e alle nostre tradizioni... sono tutti gioielli nelle nostre mani ma non riusciamo a farli brillare e anzi, ormai, non brillano più neanche per noi. E se non ci siamo riusciti finora, come potremo dargli lustro nel buio che ci attende?

Diciamoci la verità, la politica ha le sue colpe, ma sarebbe troppo facile attribuirle tutta la responsabilità. Per troppo tempo siamo rimasti a guardare, a pestarci i piedi a vicenda, a coltivare il nostro piccolo orticello; e fino a quando si stava bene nessuno ha avvertito la necessità di cambiare.

Adesso è tutto diverso. Il patto di stabilità sta portando all'agonia i nostri Comuni, insieme alla mancanza di risorse, sia finanziarie che umane; i piccoli Comuni, nonostante le bellezze e le peculiarità che li caratterizzano, non riescono ad avere peso politico nelle sedi in cui si decidono le sorti del territorio, a vantaggio invece di Comuni ben più grandi dei nostri. Il risultato è che spesso non otteniamo ascolto e le amministrazioni vengono lasciate sole e prive di mezzi per risolvere i gravosi problemi che quotidianamente si presentano. In questo modo non ha più valore nemmeno quel rapporto diretto con la politica che caratterizza le nostre comunità, con la conseguenza che, amministratori e cittadini, si sentono sempre più soli ed in difficoltà.

Per questo dobbiamo cercare di ripensare la nostra storia, affinché torniamo ad essere protagonisti dei nostri territori, trasformandoci in una nuova comunità, mettendo insieme le nostre risorse, unendo gli sforzi e condividendo le difficoltà.
Facciamo rete, fronte comune contro la crisi, coordiniamoci per rafforzare le nostre storie ed individualità; dobbiamo metterci in testa che il futuro dei nostri territori dipende solo da noi e dalle nostre scelte.
Regaliamoci una speranza. Il 13 Aprile votiamo SI.

Un cittadino, un conoscente, un paesano, una vicina di casa, una tua amica, tuo padre, tua madre, tuo figlio.