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Lettera aperta dell'associazione Val di Paglia Bene Comune

lunedì 20 gennaio 2014
Lettera aperta dell'associazione Val di Paglia Bene Comune

"Stiamo entrando in una fase molto importante e delicata per la sistemazione del Fiume Paglia. In questi giorni, infatti, si sta definendo il sistema di opere per la messa in sicurezza del tratto urbano e, invece ancora latita la progettazione complessiva che deve orientare quelle opere". A dirlo è il presidente dell'associazione Val di Paglia Bene Comune Enrico Petrageli che ha inviato agli orvietani una lettera aperta con la speranza che sia di informazione ai cittadini e di sprone alle istituzioni. Di seguito il testo.

Caro concittadino,
noi pensiamo che la sistemazione del Paglia, comportando investimenti pubblici e potendo riqualificare territorialmente e urbanisticamente una vasta porzione di Orvieto, sia una questione di interesse generale. Così ti inviamo questa lettera aperta che, a nostro avviso, fa il punto su alcune questioni cruciali e anticipa le nostre prossime iniziative.

Il 20 dicembre scorso, insieme al Comune di Orvieto abbiamo realizzato la 1° giornata di studi Il sistema del Paglia, i problemi e i valori di cui stiamo pubblicando gli atti. Enti politici, tecnici e scientifici si sono dichiarati e confrontati: tra di loro e con le storie e le memorie legate al fiume raccontate da archeologi, storici, naturalisti, pescatori, escursionisti, cicloamatori, sportivi e cittadini. Partiamo da lì.

Le conoscenze scientifiche di carattere geologico, idraulico e biologico ci descrivono lo stato del bacino idrografico del Paglia e ci inducono a pensare che per la sua tutela e valorizzazione si deve ricorrere ad interventi organici, interregionali e pluriennali. Stiamo incalzando la Regione dell'Umbria perché questo sia attraverso la finalizzazione di risorse della Commissione Europea.
Per tutelare adeguatamente l'ambiente è necessario però anche modificare i modelli culturali ed intervenire sugli assetti sociali che hanno portato allo sfruttamento economico del fiume. Così stiamo cercando di ricostruire la dimensione storico culturale del Paglia e di mettere insieme tutte le organizzazioni, pubbliche e private, interessate alla fruizione pubblica del fiume e del territorio per sottoscrivere un accordo volto alla sua valorizzazione come bene comune.

Il Consorzio di Bonifica sta mettendo mano alla progettazione delle opere di mitigazione del rischio nel tratto urbano. Si tratta di un sistema di arginature e di riprofilazioni dell'alveo per la cui definizione chiediamo che ci sia effettiva partecipazione: devono, infatti essere opportunità di riqualificazione urbana, non barriere architettoniche. A nostro avviso il consorzio deve confrontarsi pubblicamente con le ricostruzioni e le modellizzazioni dell'evento di piena che sono state finalmente presentate. Deve poi, sulla base delle criticità individuate e delle disponibilità economiche, realizzare pubblicamente il percorso di definizione delle priorità. Deve infine coordinare l'apertura e il lavoro dei cantieri secondo un calendario e una modalità che riduca al minimo i disagi per i cittadini. La conduzione del cantiere della Complanare è la pessima pratica da evitare!

Il Comune di Orvieto ha un ruolo chiave dovendo definire i piani di riqualificazione urbanistica delle zone di Orvieto Scalo e di Ciconia che sono il logico preliminare a qualsiasi intervento. Al comune spetta predisporre un disegno generale del Parco Urbano in grado di accogliere le esigenze di utenza pubblica e di definire le linee di congruenza di qualsiasi intervento compresi eventuali riadeguamenti particolari della complanare. Il disegno generale, a nostro avviso, può e deve essere realizzato subito e, considerato come laboratorio di partecipazione, deve essere accessibile e aperto al contributo di tutti. Sappiamo che ci sono le risorse, le competenze e le tecnologie. Però sono mesi che lo chiediamo invano. Sia il Sindaco, sia l'Assessore all'Ambiente hanno espresso la volontà politica di fare un progetto di Parco Urbano del Fiume Paglia e nel perdurare della sua mancanza pensiamo che siano pesanti le responsabilità dei dirigenti degli uffici.

La mancanza di un progetto organico che dia forma ad una idea condivisa di cosa si vuole nel tratto urbano del reticolo fluviale ha prodotto, fin qui, pochi danni. Ma solo perché pochi sono stati i lavori eseguiti dopo l'alluvione. La loro rassegna è comunque istruttiva, esilarante e tragica al tempo stesso. Alla vigilia di una cantierizzazione importante dell'alveo, la mancanza di un disegno complessivo che sia fondamento e guida è invece molto preoccupante: faremo di tutto perché il Comune esca dalla sua impasse.