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L'associazione Alzheimer Orvieto presenta il video 'La macchina del capo'

martedì 17 settembre 2013
L'associazione Alzheimer Orvieto presenta il video 'La macchina del capo'

L'attore del video "La macchina del capo" è Franceschino Valli, nel video di tre minuti racconta il dramma della malattia che fa dimenticare. Quell'Alzheimer che improvvisamente toglie la memoria, che non fa più riconoscere i propri cari, che distrugge ogni speranza di contatto con il resto del mondo.  Il video (soggetto e sceneggiatura di Gloria Vatteroni, prodotto a cura del Cesvol di Terni e Blob lgc per il "Progetto Memoria 2012"), viene lanciato dall'associazione Alzheimer Orvieto in occasione della XX giornata mondiale dell'Alzheimer. E' disponibile su YouTube e sulla pagina Facebook dell'Associazione.

"E' un tema che pone l'accento su quel lato della malattia che riguarda la perdita di memoria degli oggetti di uso quotidiano e delle loro funzioni. E' proprio questo che rende le persone malate di Alzheimer - dice Gloria Vatteroni, presidente dell'Associazione Alzheimer Orvieto - col passare del tempo sempre meno autonome, più fragili ed isolate. Non riconoscere i propri cari, non sapere più cosa fare con un pettine in mano, o con un coltello ed una forchetta. Questo stato provoca tanto smarrimento e molta ansia nei malati e rende pericoloso lo svolgimento delle attività quotidiane. E' chiaro che non possono più rimanere soli e necessitano di cure specifiche ed appropriate".

Fabio Salomone, vice presidente dell'associazione, sottolinea che "l'impegno dell'Associazione Alzheimer Orvieto si è focalizzato sull'obiettivo di vedere riconosciuti, anche in Umbria, come già avvenuto in altre regioni italiane, i diritti specifici dei malati di Alzheimer".  I malati affetti da demenza di Alzheimer troppo spesso vengono trattati genericamente come anziani, mentre avrebbero bisogno di cure e di assistenza specifiche. "E' quindi essenziale - dicono i vertici dell'associazione - che anche in Umbria venga applicato quanto previsto nel Documento "Prestazioni Residenziali e semiresidenziali" della Commissione Nazionale per la definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza del Ministero della Salute, ovvero che l'erogazione delle prestazioni residenziali sia organizzata attraverso la creazione di Nuclei, autonomi per dotazioni e servizi, diversificati a seconda dei differenti bisogni degli ospiti e capaci di rispondere alle specifiche esigenze assistenziali secondo codici di attività". In molte regioni italiane questo processo dinamico di differenziazione dell'offerta assistenziale in Nuclei è già avviato e registrare i primi risultati soddisfacenti.

"La Regione Umbria, pur avendo previsto questa possibilità già nel Piano Sanitario Regionale 2009-2011, di fatto non ha ancora avviato tale percorso e, in occasione di questa ricorrenza - dicono Vatteroni e Salomone - chiediamo che la Regione si attivi con urgenza per mettere in pratica questo tipo di assistenza".

L'Associazione Alzheimer Orvieto ha intrapreso questo percorso, affiancando la Residenza "Non ti scordar di me" di Castel Giorgio, accreditata come Residenza Protetta, nonostante sia l'unica struttura residenziale riconosciuta in Regione ad avere predisposto sin dall'inizio attività per i malati di Alzheimer, per ottenere dalle Direzioni competenti della Regione Umbria il riconoscimento di primo Nucleo Alzheimer ed il relativo accreditamento ufficiale in questo standard assistenziale.

L'Associazione è presente da oltre due anni sul territorio di Orvieto e Terni per promuovere la ricerca e la diffusione di ogni informazione utile a migliorare la gestione del malato sia nell'ambito familiare che presso enti pubblici e privati, operando per migliorare la posizione assistenziale, sociale e umana delle persone affette dalla malattia di Alzheimer, e disturbi correlati, e delle loro famiglie. E' associata alla Federazione Alzheimer Italia che anche quest'anno con lo slogan: "Alzheimer: un viaggio per prendersi cura", sottolinea come i malati di Alzheimer abbiano bisogno di cura continua, di un percorso strutturato e concertato fin dalla prima diagnosi, con i medici di base, gli organi sanitari, i caregiver e le istituzioni.