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La Cgil interviente sulla riorganizzazione del servizio 118

lunedì 1 luglio 2013
La Cgil interviente sulla riorganizzazione del servizio 118

"La Regione Umbria ha perso l'ennesima occasione di effettuare una programmazione adeguata e una riorganizzazione intelligente di un servizio di importanza strategica per la sanità in Umbria, quale è il servizio di 118". A dirlo è il segretario generale della Cgil di Terni Attilio Romanelli secondo cui "serviva un processo di definizione strategica di quale sia la missione del Servizio, coinvolgente nei confronti del sindacato e delle comunità locali. Invece, sono arrivati annunci roboanti di accentramento che, se pur corretti dal punto di vista gestionale, rischiano di provocare reazioni e resistenze che non ci porteranno da nessuna parte. In discussione, infatti, non c'è l'unificazione della centrale operativa del 118 - obiettivo sul quale, come abbiamo affermato più volte, concordiamo - ma le modalità utilizzate, affatto partecipative e soprattutto professionali, nonché la logica accentratrice".

"Il 118 - è detto in una nota - costituisce, per sua natura, il braccio territoriale di un settore determinante per salute dei cittadini, l'emergenza - urgenza. Moltissime regioni italiane sono riuscite a portare importanti razionalizzazioni nella rete ospedaliera facendo proprio leva sulla presenza di una efficace rete di postazioni territoriali che rispondano alla domanda che il cittadino spesso si pone: "Se sto male improvvisamente dove vado?". Gli esempi di centralizzazione del servizio operativo di 118 che ci vengono da altre regioni (Emilia, Toscana e Veneto) sono tutti partiti da un ragionamento che in primis determinasse le vocazioni delle varie strutture sanitarie, la definizione della rete dell'emergenza ed, infine, la omogeneizzazione della rete territoriale delle postazioni, attraverso la definizione di protocolli operativi coordinati, condivisi e concordati tra i vari territori. Un processo di messa in comune di esperienze e professionalità volto ad ottimizzare il servizio, rendendolo più efficiente e magari anche meno costoso, attraverso l'abbattimento dei costi, anche con la chiusura di strutture ospedaliere. A ben guardare, qui, si commette invece di nuovo l'errore, che è stato il peccato originale del servizio 118 in Umbria, di non rispettare neanche la normativa che individua in un solo soggetto il punto di comando del servizio; infatti, la legge stabilisce nella centrale operativa il cervello del sistema e nelle postazioni i suoi terminali operativi. Qui è tutto separato, ogni soggetto agisce autonomamente. Ci chiediamo allora: che fine ha fatto il ruolo programmatorio della Regione?"