sociale

"Il femminicidio non ha scusanti"

giovedì 30 maggio 2013
di Matteo Ragnacci, segretario intercomunale Pd dell'Orvietano
"Il femminicidio non ha scusanti"

È passato in sordina sugli organi di stampa il voto dell'aula della Camera che, in maniera bipartisan ed unanime, ha dato il via libera alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa su "prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", siglata a Istanbul l'11 maggio 2011. La Convenzione è uno strumento giuridico internazionale che prevede il contrasto di ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e l'impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando ogni forma di discriminazione e promuovendo "la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne".

Il femminicidio, nuovamente alla ribalta delle cronache in questi giorni, è uno dei delitti più efferati che l'uomo possa commettere. Non solo è un atto barbaro, anche per le modalità con le quali viene effettuato, ma è un atto vile e nella maggior parte dei casi perpetrato per mettere in evidenza la supremazia del maschio. Il femminicidio non ha scusanti; non può essere assolto in base alla provenienza culturale, alla sottocultura del degrado alle attenuanti passionali. La passione è positiva e non negazione della vita altrui. E' grave che in una società civilizzata ci sia la necessità di normare con leggi specifiche il diritto inalienabile della parità e dell'uguaglianza. Non esiste una democrazia senza il diritto di consentire a tutti di partecipare allo sviluppo della società senza distinzioni.

Questo primo passo del nostro parlamento ci obbliga tutti a lavorare su una nuova cultura dell'uguaglianza e del rispetto; un impegno che dobbiamo riportare nella nostra quotidianità, nelle nostre istituzioni, nei nostri circoli, combattendo con forza e nei fatti tutte le violenze sulle donne, indistintamente, e lavorando per la costruzione di un tessuto socio culturale perché questi fatti non accadano più. Auguriamo che al più presto si vada verso l'approvazione anche da parte degli altri stati membri e che in fretta si possano mettere in campo tutti i provvedimenti attuativi.