sociale

Ficulle. Prosegue il "botta e risposta" tra l'amministrazione e la Casa della Divina Provvidenza. Ulteriori precisazioni da parte di quest'ultima

martedì 19 febbraio 2013

Riceviamo dal Consiglio Direttivo della Casa della Divina Provvidenza per il Riposo della Vecchiaia di Ficulle - e di seguito pubblichiamo - la seguente risposta alla lettera scritta dal gruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Ficulle. Nel pubblicare per par condicio l'intera risposta, sottolineiamo tuttavia che la questione sta assumendo, da entrambe le parti, più l'aspetto di uno scambio di corrispondenza, peraltro di difficile comprensione per i più, che quello di una serie di notizie di generale interesse. Invitiamo pertanto entrambe le parti interessate a considerare la possibilità che la diatriba possa cessare di ricoprire, almeno in queste forme, interesse giornalistico (ndd).
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"Con la presente, il Consiglio Direttivo della Casa della Divina Provvidenza per il Riposo della Vecchiaia, intende riscontrare la lettera scritta dal gruppo di maggioranza del Consiglio del Comune di Ficulle, pubblicata anche sul sito www.orvietonews.it, onde evidenziare quanto segue.

La suddetta lettera, si legge esser stata dettata dall'esigenza dei membri del gruppo di maggioranza di esprimere la propria solidarietà nei confronti del Sindaco del Comune di Ficulle, alla luce della precedente nota scritta dalle dipendenti della Casa della Divina Provvidenza, nota che pare esser stata interpretata come una critica all'operato del Sindaco, quando invece pare di poter legittimamente dire che la stessa lasciasse chiaramente trasparire solamente il rammarico delle dipendenti dell'Istituto per la situazione venutasi a creare tra le Istituzioni cittadine e gli amministratori della struttura, situazione conflittuale che frustrando l'impegno e la professionalità sempre mostrati dalle dipendenti nell'espletamento delle loro mansioni, dà risalto e pubblicità alla Casa della Divina Provvidenza solo per le controversie in essere, e non per l'efficienza e la bontà dei servizi offerti dall'Istituto, sempre per fortuna comunque riconosciuti sia dagli stessi ospiti che dai loro familiari, oltre che dagli organi e dalle istituzioni a ciò preposte.

Nella sopracitata nota delle dipendenti della Casa della Divina Provvidenza, non pare pertanto di scorgere alcun "attacco sistematico" o "accuse non veritiere" all'operato del Sindaco del Comune di Ficulle, come invece vorrebbe far intendere il gruppo di maggioranza, ed allora, l'esigenza da quest'ultimo rappresentata di mostrare il proprio sostegno all'operato del Sindaco, onde fugare ogni dubbio sul fatto che la condotta dallo stesso tenuta non sia dettata da alcun interesse personale, pur politicamente comprensibile, appare in concerto priva di causa.

Fermo restando quanto sopra, venendo al merito della lettera scritta dal gruppo di maggioranza del Consiglio del Comune di Ficulle, si rendono doverose alcune precisazioni.

Il gruppo di maggioranza, dopo aver evidenziato che non sussiste alcuna contrapposizione tra gli amministratori della Casa della Divina Provvidenza ed il Sindaco di Ficulle, evidenzia poi quei fatti che dovrebbero essere intesi quali "causa" dei contenziosi instaurati tra il Comune e l'Istituto, ovvero sia la modifica dello statuto della Casa della Divina Provvidenza, nella parte in cui nel 2009 era stato deliberato il venir meno in capo al Sindaco dello status di membro di diritto del Consiglio Direttivo dell'Istituto.
A tal fine, si deve precisare che al contrario di quanto sostenuto dal gruppo di maggioranza, detta modifica statutaria non è stata deliberata con un "atto unilaterale" degli amministratori dell'Istituto, ma è stata al contrario votata e decisa democraticamente dall'assemblea dei soci della Casa della Divina Provvidenza.
Con detta modifica statutaria, non si è certamente voluto escludere il Comune dalla partecipazione alla vita dell'Istituto, giacché era comunque previsto che il predetto Ente avrebbe sempre mantenuto il diritto alla presenza di un proprio rappresentante all'interno del Consiglio Direttivo, nel rispetto di quella che era l'originaria volontà del fondatore dell'Istituto.

In relazione a quanto sopra, va poi chiarito che le pronunce richiamate dal gruppo di maggioranza nella propria lettera, di cui l'ultima quella emessa dal Tribunale di Orvieto, non hanno riguardato il merito della questione, ovvero sia la possibilità o meno di apportare la modifica in commento allo statuto della Casa della Divina Provvidenza, ma le modalità di svolgimento delle votazioni a suo tempo tenutesi, nell'ambito delle quali non sarebbe stato raggiunto il quorum di presenze necessario per la validità della modifica statutaria in esame, modifica pertanto allo stato astrattamente legittima.

Da ultimo, con riferimento al "percorso" proposto dal gruppo di maggioranza al Consiglio Direttivo della Casa della Divina Provvidenza, che laddove condiviso avrebbe potuto permettere di "evitare ulteriori iniziative giudiziarie" paventate dal Comune, e che sarebbe stato invece ignorato dagli attuali amministratori del predetto Istituto, giova evidenziare che il "percorso" in commento altro non è che una proposta formulata dall'Amministrazione Comunale che prevedeva da un lato le dimissioni di tutti gli attuali membri del Consiglio Direttivo della Casa, con rinuncia altresì da parte degli stessi a ricoprire in futuro detto ruolo, e dall'altro, la sostituzione del Sindaco quale membro di diritto del Consiglio Direttivo dell'Istituto, con un altro soggetto designato dallo stesso Sindaco.

Detto "percorso" non poteva certo essere condiviso, giacché gli attuali membri del Consiglio Direttivo della casa della Divina Provvidenza sono stati democraticamente eletti dall'assemblea dei soci dell'Istituto, a seguito di nuove elezioni indette proprio in virtù della pronuncia del Tribunale di Orvieto richiamata dal gruppo di maggioranza, al fine di rimuovere l'impasse creatasi, sì da garantire la legittima rappresentanza dell'Istituto ed il corretto espletamento dell'attività propria dello stesso.

Alla luce di quanto sopra, appare evidente che condividere il "percorso" proposto dall'Amministrazione Comunale avrebbe allora significato non solo frustrare e tradire la fiducia mostrata dai soci della Casa della Divina Provvidenza agli attuali amministratori, ma avrebbe significato al contempo e per assurdo vietare a questi ultimi anche qualsiasi ulteriore eventuale partecipazione futura all'amministrazione dell'Istituto.
Alle pretese di cui sopra, avrebbe dovuto fare da contraltare la rinuncia da parte del Sindaco a ricoprire direttamente il ruolo di membro del Consiglio Direttivo dell'Istituto, ruolo che avrebbe però dovuto essere svolto da altro soggetto, sempre dal primo designato.

Concludendo, per perseguire il fine evidenziato dal gruppo di maggioranza in seno alla propria lettera, condiviso da questo Consiglio, ovverosia la tutela del nostro territorio e della comunità locale, nell'ambito dei quali un ruolo di primo piano è ricoperto dalla Casa della Divina Provvidenza, si auspica allora che tra gli Amministratori dell'Istituto ed i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, possano esser concordati e condivisi "percorsi" meno impervi e più ragionevoli di quelli attualmente da quest'ultima proposti, nel rispetto dell'esigenza fondamentale di garantire il perfetto funzionamento di una struttura che rappresenta una delle eccellenze della nostra comunità locale, senza dover a tal fine frustrare la volontà legittimamente e democraticamente espressa dall'assemblea dei soci della Casa della Divina Provvidenza (unico consesso a ciò deputato), in merito alla scelta dei soggetti delegati ad amministrare e rappresentare detto Istituto".

Il Consiglio Direttivo della Casa della Divina Provvidenza per il Riposo della Vecchiaia