sociale

L'alluvione raccontata da Nicolò Longaroni

domenica 2 dicembre 2012

Caro Lorenzo,
il 12 novembre, a Orvieto o, per meglio dire, a Ciconia e ad Orvieto Scalo c'è stata una violentissima e catastrofica inondazione. Questa inondazione è stata causata dalla molta pioggia e dall'apertura di una diga arrivata al livello massimo d'acqua. Io, quella mattina, mi stavo vestendo per andare a scuola. Ad un certo punto ci ha chiamato la mamma di un mio amico, dicendoci di non muoverci da casa perchè il ponte sul Paglia era chiuso. Io, all'inizio, ho festeggiato, inconsapevole di quello che era successo veramente. Poi sono cominciate ad arrivare chiamate a mia madre con cui le dicevano che era una catastrofe.
L'inondazione è arrivata alle sette del mattino. Negli anni scorsi c'erano state altre inondazioni, ma mai così, infatti alcune persone hanno stimato che queste alluvioni ci sono ogni duecento anni. Io, vivendo a Canale , non ho visto direttamente la catastrofe, però c'è mio zio che ha il campo vicino il Paglia e attaccato alla Complanare. Il campo è andato perso, sono rimaste in piedi solo due capanne in cemento, gli sono morti ventitré lepri, una quarantina di galline, una ventina di conigli e un po' di piccioni. All'inizio si pensava che a mio zio fossero morti pure cinque cani che per lui valevano una fortuna sia in denaro sia di affetto. L'acqua arrivava a liscio della Complanare, quindi l'orto era sommerso. Quando i vigili del fuoco hanno terminato di mettere in salvo le persone, si sono dedicati agli animali. A mio zio di cinque cani se ne sono salvati tre, due salvati dai vigili, in verità avevano salvato anche il terzo ma, impaurito, si è agitato e gli è scivolato dal gommone. Per fortuna, quel cane che gli era scivolato mio zio l' ha ritrovato la sera del 13 novembre, ormai quasi morto, perché aveva nuotato per un giorno intero in quell'acqua; portato a casa, gli hanno fatto un bagno nell'acqua calda, che gli ha fatto benissimo, perché dopo due ore era pimpante. Quando ormai l'acqua era scesa di livello , mio zio è andato a vedere il suo campo: è rimasto sconvolto perché non c'era quasi più niente. Ma la cosa che gli ha fatto più male, è che ha trovato il suo cane preferito morto dentro la cuccia. Quando è andato ad aprire la capanna in cemento ha trovato Cricco, il gatto dell'orto, aggrappato come i pipistrelli al palo dove si attaccano le cipolle, con l'acqua che gli arrivava alla schiena; salvato anche lui, lo hanno portato a casa. Per mio zio è stata una mazzata fortissima sia emotivamente ma anche economicamente, perché le ventitré lepri che gli sono morte le doveva vendere il giorno dopo e due cani valevano duemila euro.
Poi, ho pure saputo che hanno salvato un mio zio alla lontana su una capanna.
Questa alluvione ha fatto molti danni, tipo al Maxi Giuli, al Mercatone e da Cortoni, che probabilmente chiuderanno per sempre, e anche alla Coar, la concessionaria del babbo di Giulio, che deve buttare 95 auto. Io il 13 sono andato ad Orvieto, a vedere dai giardinetti di Albornoz Ciconia dall'alto e, anche se il livello dell'acqua era diminuito, quello che si vedeva faceva impressione. Mio padre, quando è ritornato a lavorare nel capannone, ha trovato un metro e mezzo d'acqua e quando la sono andata a levare ci hanno trovato due pesci vivi.
Io sono stato molto male a sapere quello che è successo, ho provato dei sentimenti bruttissimi, tipo: malinconia, dispiacere e tristezza. Mia cugina ha messo su Facebook le foto dei due cani morti ed a me ogni volta che vedo quelle foto viene da piangere.
Ciao, con affetto
da Nicolò.

Nicolò Longaroni
Scuola secondaria di I grado "Scalza e Signorelli"
Classe III D


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