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Varato il ddl sulle circoscrizioni giudiziarie. Soppresso il Tribunale di Orvieto. Via anche il giudice di pace

venerdì 6 luglio 2012
Varato il ddl sulle circoscrizioni giudiziarie. Soppresso il Tribunale di Orvieto. Via anche il giudice di pace

Il Consiglio dei Ministri, dopo la seduta-fiume di ieri, dedicata alle disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, è tornato a riunirsi questa mattina, approvando all'unanimità il decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Il provvedimento, elaborato dalla guardasigilli Paola Severino per dare attuazione alla delega attribuita al Governo dalla legge per la stabilizzazione finanziaria (148/2011) approvata dal precedente esecutivo, passa ora all'esame delle commissioni della Camera e del Senato, che dovranno dare un parere obbligatorio ma non vincolante, per tornare quindi a Palazzo Chigi per il via libera definitivo.

A quanto si apprende da fonti governative, attuando in maniera rigorosa i criteri di carattere tecnico previsti dalla legge delega, lo schema di decreto legislativo prevede la riduzione e l'accorpamento di 37 tribunali e di 38 procure, la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale, la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati che restano in servizio, la cui pianta organica non subirà alcun ridimensionamento. A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei giudici di pace, che ha già portato all'individuazione di 674 sedi che saranno soppresse (anche qui Orvieto figura nell'elenco) e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti.

Tra i tribunali soppressi, i cosiddetti "tribunalini" è inserito, come paventato, anche il tribunale di Orvieto, che viene aggregato a quello di Terni. Tra gli altri figurano Alba, Cassino, Caltagirone, Chiavari, Crema, Mondovì, Pinerolo, Sanremo, Sciacca, Urbino, Vigevano, Voghera.

Nel corso della riunione, il governo ha inoltre provveduto alla nomina di due nuovi sottosegretari alla Giustizia, nelle persone del prof. Antonino Gullo e del prefetto Sabato Malinconico. Formalizzata, infine, la nomina di Caterina Chinnici a capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile.

"La riforma - afferma la ministra della Giustizia Paola Severino con un comunicato - non è compresa nel decreto di spending review, perché rappresenta l'adempimento di una delega che ha come obiettivo la riorganizzazione degli uffici giudiziari, con un conseguente recupero di efficienza. Sulla giustizia, infatti, non sono possibili tagli indiscriminati ma solo risparmi destinati a creare efficienza. In questi giorni ho dialogato e ascoltato le ragioni di tutti. Poi, con serenità, ho elaborato la mia proposta. Noi tutti, cittadini, magistrati e avvocati, siamo chiamati a contribuire a una giustizia più efficiente. E' impensabile e anacronistico mantenere una geografia giudiziaria che risale ai tempi dell'Unità d'Italia: la parcellizzazione e lo spreco delle risorse giudiziarie ha raggiunto livelli talvolta imbarazzanti. Giusto per fare qualche esempio, esistono sezioni distaccate in cui ben cinque unità di personale amministrativo sono impegnate nel corso di un intero anno ad occuparsi di poco più di un centinaio di procedimenti utilizzando strutture che costano ai cittadini per le sole spese vive (utenze per luce, acqua, telefono e ordinaria manutenzione) circa 50.000,00 euro l'anno. A regime - prosegue il Guardasigilli - l'accorpamento dei piccoli tribunali comporterà risparmi e maggiore efficienza. Non andiamo più in carrozza, qualche chilometro in più percorso con mezzi più rapidi di quelli del secolo scorso e su strade migliori aiuteranno la giustizia a viaggiare più speditamente e in maniera più efficiente".

Non solo recupero di efficienza, rende noto Severino, la riduzione degli uffici giudiziari comporterà anche risparmi di spesa, pari a circa 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014. Per quanto riguarda l'edilizia giudiziaria, nei soli casi in cui la sede accorpante non sarà in grado di ospitare gli uffici trasferiti, lo schema di decreto legislativo prevede che possano essere utilizzati, per un periodo fino a cinque anni, gli immobili adibiti a servizio dei tribunali e delle sezioni distaccate soppressi.

 

Il comunicato dal Ministero di Giustizia sottolinea che alcuni criteri inderogabili di delega hanno inciso pesantemente sulla possibilità di sopprimere e accorpare uffici di dimensioni inferiori agli standard individuati, imponendo la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di capoluogo di provincia. Un secondo e maggiore limite è rappresentato dalla cosiddetta 'regola del tre' (non meno di tre tribunali e procure per ciascun distretto di Corte di Appello), che ha impedito la soppressione di uffici palesemente al di sotto degli standard fissati. Proprio la concomitanza di queste due regole ha notevolmente ristretto l'ambito di intervento sul totale dei 165 tribunali.

"I costi per questa operazione di razionalizzazione - continua la ministra - saranno di entità di gran lunga inferiore rispetto ai vantaggi e ai risparmi che si otterranno a regime e che connoteranno il sistema giudiziario per i prossimi decenni. L'auspicio è che il lavoro svolto possa essere accolto senza eccessive resistenze localistiche o di categoria, nella certezza che una maggiore concentrazione degli uffici giudiziari è nell'interesse del Paese. Attendiamo, adesso, le valutazioni che perverranno, in sede di parere, dalle commissioni parlamentari competenti e dal Csm, purché coerenti con l'oggettività dei criteri indicati dalla delega e da noi utilizzati".

 

 

"Anche la parte più scettica della maggioranza che sostiene il governo - ha poi sostenuto Severino in conferenza stampa - si convincerà della necessità del riordino degli uffici giudiziari deciso oggi dal Consiglio dei ministri. Spero di convincerli sulla base dei numeri e delle tabelle, che dimostrano che se in un solo caso si alterano i criteri oggettivi utilizzati, allora ne deriverebbe la necessità di escludere dai tagli almeno altri 7-8 uffici. Possiamo fare le cose solo utilizzando criteri trasparenti - ha aggiunto il Guardasigilli- e ciò vale anche per il politico che dovrà poter dire ai suoi concittadini che il loro tribunale è stato tagliato o accorpato non perché lui ha urlato di meno, ma per esigenze oggettive".