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Con la spending review probabile la soppressione della Provincia di Terni

venerdì 6 luglio 2012
Con la spending review probabile la soppressione della Provincia di Terni

Sempre più probabile la soppressione della Provincia di Terni. Nel decreto legge sulla spending review approvato stanotte dal Governo, che dovrà essere convertito in legge entro sessanta giorni dal Parlamento, ritorna anche il tema della riduzione delle 107 Province italiane, che terrà conto di due criteri: l'estensione (taglio per i territori al di sotto dei 3mila km quadrati) e la popolazione (taglio per un numero di abitanti inferiore a 350 mila). La definizione esatta dei parametri per l'abolizione sarà in ogni caso completata entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei Ministri. A questa procedura parteciperanno, a quanto si legge con un "ruolo attivo", anche gli enti locali. La proposta del Governo, infatti, sarà inviata al Consiglio delle autonomie locali, che dovrà approvarla, forse con qualche possibilità di modifica, entro 40 giorni. Gli accorpamenti delle Province andranno a regime entro la fine dell'anno. Con il provvedimento, i trasferimenti di denaro dallo Stato alle Province saranno ridotti di 500 milioni di euro per il 2012 e di un miliardo di euro dal 2013 in poi.

Alla luce dei parametri individuati, è possibile stilare una prima lista delle Province che potrebbero essere oggetto di soppressione. Tra le province con meno di 350mila abitanti e meno di 3mila km quadrati figurano: Terni, Vercelli, Asti, Biella, Verbano - Cusio - Ossola, Lecco, Lodi, Rovigo, Gorizia, Pordenone, Imperia, Savona, La Spezia, Piacenza, Rimini, Massa Carrara, Pistoia, Livorno, Prato, Terni, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Rieti, Teramo, Pescara, Isernia, Benevento, Matera, Crotone, Vibo Valentia, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Oristano, Olbia Tempio, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia Iglesias. Alla lista di queste 38 Province vanno aggiunte quelle cassate delle dieci città metropolitane: Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria.

Il decreto legge prevede altri aspetti che è importante annotare: i territori capoluogo di regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione; le Province che restano avranno competenza rispetto ad ambiente (soprattutto per il settore discariche), trasporti e viabilità, mentre tutte le altre competenze vengono devolute ai Comuni; le Province non potranno assumere personale a tempo indeterminato finché non si darà attuazione alla loro riduzione e razionalizzazione.

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