sociale

Stupro di gruppo: lo sdegno della FIDAPA nei confronti della sentenza della Cassazione

martedì 14 febbraio 2012
di Santina Muzi

L'annullamento, da parte della Corte di Cassazione, dell'ordinanza di carcerazione emessa dal tribunale del riesame di Roma nei confronti di due giovani accusati di stupro di gruppo, ha scatenato l'indignazione delle donne e varie prese di posizione, in particolare da parte delle Associazioni femminili.

La presidente nazionale della FIDAPA BPW, Eufemia Ippolito, ha subito manifestato lo sdegno delle socie inviando una lettera al Presidente della Repubblica in cui esprime profonda indignazione per una sentenza che offende la dignità della persona.

"Stimatissimo Signor Presidente," scrive la presidente Ippolito "nella mia qualità di Presidente Nazionale della FIDAPA BPW Italy e a nome delle 12.000 Donne che ho l'onore di guidare e di rappresentare, esprimo il nostro forte sentimento di indignazione nei confronti della sentenza della III Sezione penale della Corte di Cassazione. Riteniamo che nessuna pronuncia, frutto di una fredda applicazione del potere interpretativo della norma, possa avere come risultato la mortificazione del più elementare diritto della persona umana, il rispetto della propria dignità e della propria integrità fisica.

Confidiamo in Lei, stimatissimo Sig. Presidente, e nello spessore morale dei nostri Governanti, affinché sia provocato a livello governativo e parlamentare un serio dibattito che porti all'emanazione di norme aspramente punitive di uno dei delitti più aberranti della storia dell'umanità, lo stupro.
Fiduciose nella forza del Suo operato, rinnoviamo sentimenti di stima."

Ad Orvieto, dopo un primo momento di sgomento e di rabbia, la locale sezione della FIDAPA Distretto Centro si è fatta promotrice di una raccolta di firme, tuttora in corso.

"Come donne e come cittadine - dichiara Rossella Poce presidente del Distretto Centro - esigiamo che in casi di stupro la pena debba essere esemplare, tale da agire come deterrente. Quando la giustizia è equa e non varia a seconda delle situazioni ha l'effetto di confermare nel cittadino la fiducia nella giustizia stessa, effetto che costituisce il primo tassello perché la comunità possa ritrovare il senso del valore delle regole e della dignità di ogni essere umano."