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Don Luca torna alla sua Matino: "dove tutti sanno che bella persona era"

giovedì 2 dicembre 2010
di laura
Don Luca torna alla sua Matino: "dove tutti sanno che bella persona era"

Una giornata pesante, a Orvieto, quella che ha seguito l'inatteso e terribile suicidio del giovane diacono Luca Seidita, che ha posto fine alla sua vita, ieri verso le 22, abbandonandosi nel vuoto nel luogo tristemente famoso delle cosiddette "colonnacce", che dalla rupe si affacciano sui giardini dell'Arlecchino. Una giornata che si è aperta con la pioggia e ha proseguito con un vento freddo e sferzante, in cui anche il clima sembra aver partecipato alla drammatica vicenda che si è abbattuta sulla città e che, purtroppo, l'ha posta tristemente all'attenzione delle cronache nazionali.

Prima di compiere il tragico gesto, il giovane ha scritto una lettera, messa agli atti insieme al suo computer dagli inquirenti. Poco si sa del testo, in cui comunque Seidita ringrazia il Vescovo, Padre Giovanni Scanavino, dell'affetto e dell'attenzione che gli sono stati dedicati e chiede di essere sepolto a Matino, il suo paese di origine nel territorio di Lecce. Nella lettera, che sarà consegnata alla famiglia quando il caso sarà archiviato, don Luca allude chiaramente alla sua fragilità e al gesto del suicidio, fatto che autorizza gli inquirenti, insieme allo stato dei fatti, a non proseguire oltre le indagini.

E' chiaro, come riferisce lo stesso Vescovo, che il dramma è stato scatenato dalla notizia, pervenuta lunedì pomeriggio con un fax della Nunziatura, che l'ordinazione sacerdotale prevista per il 7 dicembre era sospesa. Martedì, Luca e il Vescovo Scanavino si erano recati alla Congregazione dei vescovi, ma non c'era stato nulla da fare, senza che peraltro fossero date spiegazioni plausibili e convincenti del diniego. Il giovane, già osteggiato e provato da esperienze precedenti relative a un lontano episodio della sua vita che gli veniva costantemente addebitato, al suo forse "poco ortodosso" percorso di fede e al suo diaconato, nonostante il conforto del Vescovo non ce l'ha fatta ad accettare la nuova delusione e il naufragio di un desiderio e di un ideale da tempo perseguiti.

Dopo un primo periodo nel seminario di Molfetta, don Luca Seidita era passato a quello di Fermo e aveva concluso i suoi studi teologici all'Università Lateranense. Giunto a Orvieto, aveva trascorso due anni nella parrocchia di San Venanzo e tre in quella di Ficulle. Nell'ultimo anno aveva ricoperto il ruolo di segretario del vescovo di Orvieto, anche perché Monsignor Scanavino, per essere certo della sua vocazione sacerdotale, lo aveva voluto accanto a sé. Del tutto positivo il giudizio del Vescovo sul giovane, molto amato e apprezzato anche da una vasta area di cattolici e di persone che lo frequentavano.

Alla base dell'esclusione da cui il giovane è stato in vari frangenti colpito, non ci sarebbero affatto problemi legati a una presunta omosessualità che una serie di maldicenze cittadine va rimestando da tempo, quanto invece un dissidio più profondo tra modi diversi di intendere la chiesa e la missione sacerdotale: secondo la Santa Sede, il diacono "non era maturo" per diventare sacerdote, ma secondo il Vescovo di Orvieto, che sicuramente ha avuto modo di conoscerlo più da vicino, don Luca era pronto ad abbracciare con responsabilità e consapevolezza la sua missione. Da un lato una chiesa dell'amore, della comprensione e del perdono, dall'altro una chiesa più formale e cattedratica che sembra non considerare la possibilità di redenzione.

Due settimane fa, don Luca Seidita aveva perso il padre, venuto a mancare dopo una lunga malattia. A Orvieto, dopo la tragica notizia, è subito accorsa la madre. Domani pomeriggio, dopo una semplice cerimonia religiosa in Duomo, il feretro di don Luca Seidita lascerà Orvieto per tornare nella natale terra di Puglia.
"Si parla sempre di crisi di vocazioni nella Chiesa - scrive in un commento alla nostra precedente notizia una concittadina di Luca Seidita - ma io qui dal profondo sud, a qualche centinaio di metri da casa di Luca, vorrei sapere perché si nega a un bravo ragazzo come Luca di coronare il sogno della sua vita. Quale è stato mai il suo peccato, e perché la Santa Sede afferma di non dover dare nessuna giustificazione in merito. Forse la vita di Luca non vale così tanto? Oggi qui a Matino è una tristissima giornata per tutti, perché tutti sanno che bella persona veramente era".

Ma che bella persona Don Luca era lo sanno in molti anche a Orvieto e nel territorio orvietano, dove in tanti, stringendosi intorno al Vescovo e alla chiesa dell'amore che Padre Scanavino ha a cuore, in queste ore lo ricordano e lo piangono.

Foto di Davide Pompei

Fiaccolata per Don Luca, ieri sera, in Piazza del Duomo

Giovedi 2 dicembre alle ore 15.00 in Duomo l'ultimo addio a Don Luca

VIDEO: Don Luca Seidita ordinato Diacono