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Politiche sociali: la Giunta regionale approva i nuovi requisiti delle case per anziani

domenica 29 agosto 2010
Politiche sociali: la Giunta regionale approva i nuovi requisiti delle case per anziani

La Giunta regionale dell'Umbria su proposta dell'assessore alle politiche sociali, Carla Casciari, ha approvato un provvedimento per definire i requisiti specifici dei servizi residenziali e semi-residenziali a carattere socio assistenziale per persone non autosufficienti, così come previsto dal nuovo Piano sociale regionale.

"In un quadro in cui il trend di invecchiamento della popolazione è in costante aumento e nel quale gli assetti familiari e sociali stanno perdendo la loro tipicità di protezione sociale - ha spiegato l'assessore Casciari - anche in Umbria, l'anziano, sebbene autosufficiente, si trova sempre di più in uno stato di fragilità non imputabile solo a malattie o eventi traumatici, ma a un indebolimento delle relazioni sociali. D'altra parte, le famiglie che si fanno carico dei propri cari devono affrontare molti disagi, viste la difficoltà di poter contare su strutture di sollievo flessibili e non troppo lontane dal proprio domicilio. Da qui l'urgenza di definire le caratteristiche di servizi innovativi domiciliari e comunitari che rispondano ai bisogni di natura sociale che, senza allontanare soggetti anziani dal loro contesto quotidiano, possano anche tutelare la loro autonomia valorizzandone le risorse".

Per definire i requisiti dei servizi la Giunta regionale si è avvalsa dell'elaborato di un gruppo tecnico scientifico costituito presso la Direzione regionale della Sanità che, inviato in esame ai Comuni, è stato successivamente integrato con ulteriori proposte e suggerimenti di questi ultimi.
Le nuove "Unità di offerta", come vengono definite nella delibera regionale, oltre che rispecchiare la classica divisione in residenziali e semiresidenziali, corrisponderanno a tre tipologie: Casa di quartiere, Gruppo appartamento e Residenza servita.

La prima (casa di quartiere) che, proprio per la sua definizione dovrà essere aperta al contesto circostante e operare in collaborazione con esso, sarà una struttura a ciclo semiresidenziale (in ogni caso non superiore alle 12 ore quotidiane di permanenza, diurna o notturna) e potrà ospitare persone con lievi disautonomie in numero non superiore a 30 persone; dovrà essere in grado di somministrare pasti.

Il gruppo appartamento è individuato in una "unità di piccole dimensioni per anziani bisognosi di supporto assistenziale con lievi disautonomie, con una forma di assistenza e protezione in un clima familiare anche attraverso la valorizzazione delle reti comunitarie". La massima ricettività per ogni struttura è fissata in sei persone con due posti di pronta accoglienza.

La residenza servita, struttura, come la precedente, a carattere residenziale e con il medesimo "target" di utenza, potrà presentare soluzioni diversificate di accoglienza, dalla camera singola a quella doppia, ai mini appartamenti per coppie, al gruppo appartamento.

Per ogni tipologia di accoglienza sono indicati, in dettaglio, i requisiti di carattere edilizio, strutturale, funzionale e logistico, dal numero e dalla dimensione di spazi comuni, servizi, camere, alle caratteristiche dei servizi stessi, delle mense e di altri spazi e funzioni accessorie. Precise prescrizioni riguardano le dotazioni del personale, il loro numero e i loro livelli di specializzazione e formazione. Una sezione finale della delibera approvata dalla Giunta regionale comprende l'elencazione di "requisiti trasversali" a tutte le tipologie previste. L'obiettivo è quello di dotare l'Umbria di strutture di avanguardia per l'accoglienza e il ricovero degli anziani, nelle quali il confort funzionale per il singolo ospite (nel quale, per la prima volta, trova posto anche il termine di privacy) sia coniugato ad una alta professionalità e qualità dei supporti e dell'attività assistenziale, anche nella relazione con l'ambiente esterno.

"Con questo atto - ha detto Carla Casciari - ci muoviamo in controtendenza rispetto alla dinamica generale. Infatti, in una fase di difficoltà economica che acutizza il disagio, la Giunta Regionale risponde cercando di assicurare alle fasce più deboli della popolazione una protezione sociale che coniughi l'efficienza della struttura di accoglienza con il mantenimento delle proprie relazioni sociali sul territorio, valorizzando anche il ruolo importante del lavoro di cura della famiglia. Assicurare agli anziani un invecchiamento attivo non è solo un loro diritto e, quindi, un nostro dovere da soddisfare, ma è una componente decisiva di quella qualità della vita civile e sociale che caratterizza la nostra Regione".

In questi anni il numero, le problematiche e le esigenze degli anziani si sono notevolmente differenziate. Si calcola che oggi in Umbria vivano oltre 100mila cosiddetti "grandi anziani" che, per il 62per cento, sono di sesso femminile.
La Regione Umbria ha da sempre supportato coloro che non possono più godere del sostegno di reti primarie, come la famiglia o la comunità, mediante la realizzazione di servizi ad hoc che, in futuro dovranno essere sempre più innovativi domiciliari e comunitari, a prevalente struttura familiare.
Le strutture residenziali o semiresidenziali per anziani operanti oggi in Umbria sono 48, di cui il 20 per cento a titolarità pubblica. I posti occupati sono 731: 618, pari all'84,5 per cento, in strutture residenziali e 113 in quelle semiresidenziali.
La permanenza è "concentrata" in due periodi: breve, inferiore ai 12 mesi e lungo, variabile dai 2 ai 5 anni. Tutte le strutture ospitano in larga maggioranza (82,3per cento) anziani provenienti dallo stesso ambito territoriale.