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Arrivano le prime offerte per la fornace del Museo Marco Marino. Il proprietario "Non sono disposto a svendere"

venerdì 30 luglio 2010
di laura
Arrivano le prime offerte per la fornace del Museo Marco Marino. Il proprietario "Non sono disposto a svendere"

Come avevamo dato notizia qualche tempo fa, il noto collezionista orvietano Marco Marino, non vedendo sbocchi e interesse reale, da parte di soggetti pubblici e del mondo della cultura più in generale, per le sorti e per una possibile fruizione della sua collezione di ceramica orvietana medievale e rinascimentale, ha messo in vendita da qualche tempo i locali di Via della Cava dove ha risistemato la collezione stessa, corrispondenti alle storiche fornaci che produssero la maggior parte dei 1500 pezzi restaurati e conservati nelle varie teche.

Se la collezione sembra non interessare troppo il mondo della cultura, si è subito mostrato maggiore l'interesse per le mura che la ospita. Sono infatti arrivate le prime offerte, che tuttavia non soddisfano affatto il proprietario. "Sono del tutto irrisorie rispetto all'effettivo valore del luogo, - afferma. - E' bene chiarire che, data l'assenza di reale interesse per questo luogo e per la collezione che ho messo insieme in tanti anni di lavoro e di ricerca, sono arrivato alla decisione di vendere, ma certamente non sono disposto a svendere!"

L'interesse per "le mura" si conferma, sulla Rupe, sempre attento e vigile. Sembrerebbe dunque inevitabile, di fronte a una migliore offerta, la vendita di un insieme di rara bellezza e interesse che ha ricondotto alla città di Orvieto, con il ritrovamento del sito e dei suoi scarti, anche importanti produzioni ceramiche che si ritenevano non autoctone. L'importanza del sito è stata sottolineata, recentemente, anche da Timothy Wilson, professore ordinario di Western Art presso l'Ashmolean Museum di Arte e Archeologia dell'Università di Oxford. L'illustre docente aveva sottolineato che non solo la collezione Marco Marino costituisce di per sé un patrimonio eccezionale per la storia della ceramica orvietana e italiana del medioevo e del rinascimento, ma che è quanto mai considerevole il fatto che una raccolta così cospicua provenga da una sola fornace e vi sia rimasta esposta.