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10 febbraio, Giorno del Ricordo. Per non dimenticare: l'opinione di uno storico e qualche suggerimento bibliografico

martedì 9 febbraio 2010
10 febbraio, Giorno del Ricordo. Per non dimenticare: l'opinione di uno storico e qualche suggerimento bibliografico

La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero.
(legge 30 marzo 2004 n. 92)

Per non dimenticare queste pagine di violenza diffusa, a lungo rimosse e dimenticate, e anche per cercare di orientare, chi lo desiderasse, verso testi autorevoli su questo tema ultimamente molto discusso e talvolta strumentalizzato, speriamo di fare cosa utile e gradita - come facciamo già da alcuni anni - nel riportare di seguito qualche autorevole considerazione storica e una piccola bibliografia.

Tratto da "FOIBE" di Raoul Pupo e Roberto Spazzali, Bruno Mondadori Editore, 2003:

"In tema di foibe, a una lunga fase di rimozione, iniziata sul finire degli anni cinquanta, è seguito nell'ultimo scorcio del secolo un periodo di grande confusione, in cui il precedente disinteresse è stato costituito da un accavallarsi di contributi, di taglio e spessore assai vari. Nel loro insieme, essi hanno consentito la riscoperta di una memoria dolente e generalmente ignorata, ma hanno anche rimesso in circolazione criteri di lettura di quella stagione di sangue tutti interni ai risentimenti suscitati dai fatti, alle accuse e alle ripulse, come se mezzo secolo fosse passato invano. La ricerca in realtà è andata avanti, buona parte dei problemi interpretativi è stata risolta e i risultati sono stati pubblicati nelle sedi scientifiche italiane e straniere. Tuttavia come frequentemente accade, si è aperta una forbice tra le acquisizioni rese possibili dalle indicazioni storiche e la cultura storica diffusa, sostanziata dai messaggi lanciati dai mezzi di comunicazione - naturalmente propensi alla semplificazione e alla spettacolarizzazione - e da soggetti portatori di punti di vista comprensibilmente unilaterali - come i familiari delle vittime e il mondo della diaspora istriana fiumana e dalmata - nonché pure dal diretto intervento di alcune forze politiche italiane: un intervento che ha sicuramente accresciuto la visibilità ma non ha necessariamente favorito la comprensione degli eventi, sfociando spesso in polemici revisionismi e discutibili negazionismi. Un ulteriore contributo alla lettura semplificata delle "foibe" è giunto alla metà degli anni novanta dai conflitti in corso nella ex Jugoslavia, quando le notizie di eccidi e violenze colà perpetrati a danno di civili furono associate alle stragi avvenute nella Venezia Giulia nell'autunno 1943 e nella primavera-estate del 1945. Il concetto di "pulizia etnica" adottato per i Balcani fu così applicato alle foibe per dare rilevanza storica a ciò che la storiografia italiana aveva fino a quel momento largamente rimosso, e per sostenere che anche le stragi degli italiani della Venezia Giulia avevano avuto il medesimo fondamento etnico. Chi dunque nel corso dell'ultimo decennio abbia avuto modo di discutere di foibe - come è accaduto agli autori di questo libro - con grande frequenza e con interlocutori assai disparati, ha facilmente percepito che l'interesse per il problema si accompagna spesso ad un notevole disorientamento, reso più acuto dalla difficoltà di collocare la vicenda delle foibe in un contesto storico complessivo che la renda pienamente intellegibile."

Diamo di seguito alcuni suggerimenti bibliografici, invitando chi avesse altri testi da suggerire di indicarli nella parte riservata ai commenti.

Raoul Pupo, Roberto Spazzali, Foibe, Bruno Mondadori Editore, 2003

Sandi Volk, Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell'italianità sul confine orientale, Kappa Vu, Udine 2004

Gloria Nemec, Un paese perfetto. Storia e memoria di una comunità in esilio. Grisganana d'Istria 1930-1960, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 1998

Raoul Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio. Rizzoli, Milano 2005

L'Amministrazione Comunale nella Giornata del Ricordo. Il Sindaco: "Una data importante per la nostra Patria"

Giorno del Ricordo. Mostra multimediale di Azione Giovani sabato 13 e domenica 14 febbraio