sociale

Come internet modifica la comunicazione. Presentata a Gubbio la ricerca del Corecom sul trend dell'informazione digitale

domenica 13 dicembre 2009

Lo Stato e la pubblica amministrazione sul territorio umbro non sono più i centri depositari dei saperi sociali più diffusi, perché l'avvento di Internet ha fatto affiorare una potenzialità di saperi e creatività che ha modificato il panorama preesistente, costringendo istituzioni, politica, apparati amministrativi e imprese ad inseguire il trend e a giocare il proprio futuro sulle capacità di adattamento e di innovazione. E' giunta a questa constatazione la ricerca, "Umbria.it, analisi della realtà e delle tendenze dell'informazione regionale digitale", presentata il 12 dicembre a Gubbio nell'ambito del Concorso "COMUNICAREinUMBRIA" 2009, organizzato dal Corecom.

Lo studio sulle dinamiche del web in Umbria, condotto da Michele Mezza, docente alla facoltà di Scienza della Comunicazione dell'Università di Perugia, è stato oggetto di una tavola rotonda che si è tenuta nella città dei Ceri con esperti di comunicazione e giornalisti. Erano presenti il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, il curatore della ricerca Michele Mezza (Università di Perugia), Dante Ciliani (presidente Ordine dei Giornalisti dell'Umbria), Ilaria Bosi (Associazione Stampa Umbra), Franco Todini (Libero docente UniPg), Carmela Colaiacovo (Confindustria Umbria) e Maria Pia Caruso (AgCom).

Nel lavoro si dà atto che l'Umbria è oggi inevitabilmente coinvolta da uno straordinario ciclone culturale, "dove ruoli, soggetti e linguaggi entrano in tensione e tendono a riconfigurarsi". E questo lascia presagire, "una prossima tracimazione della potenza della moltitudine di individui che, se non trovano precisi riferimenti per instradare le nuove energie, tenderanno inevitabilmente a mettersi in proprio".

Nelle conclusioni della stessa ricerca, voluta dal Corecom per mappare l'informazione in Umbria, in particolare quella online, in vista dei nuovi compiti di vigilanza e controllo conferitegli dalla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si afferma che, anche in considerazione della crisi della editoria, il comparto della comunicazione, nei suoi tre segmenti funzionali, carta stampata, Tv e Web, "deve essere considerato il vero laboratorio dove verificare le risorse, i contenuti e la capacità di governo del fenomeno multimediale".

Fotografando lo stato del sistema informativo umbro "pronto al salto digitale, ma privo ancora di un trampolino adeguato", la ricerca individua uno scenario già predisposto che dovrebbe portare ad un nuovo modo di fare comunicazione, "anche perché - è stato detto a Gubbio - la tendenza all'individualizzazione nel trend globale della regione, si traduce oggi in una frammentazione dei soggetti, a cominciare da quelli televisivi, con un canale ogni 81 mila abitanti, contro il dato nazionale di uno ogni 93 mila. Anche in ragione di questo dato la ricerca lascia intendere che nel campo dell'informazione potranno verificarsi fenomeni identici a quelli registratisi dei decenni scorsi per altri settori portanti dell'economia, come l'industria tessile, poi quella chimica e infine la siderurgica: "una ragione in più per tenere sotto controllo i fenomeni, per capire in anticipo cosa ci accadrà intorno".

Lo studio presentato a Gubbio mette in evidenza due ulteriori limiti del sistema web umbro: solo 3 emittenti televisive su 11 fanno streaming web, e solo 2 su 11 offrono servizi di news online; la carenza di simulcast, con un indice che segnala la capacità di un'emittente (Tv o radio) di integrare l'offerta sulla rete, con servizi di streaming video o audio o in modalità di podcasting; mentre appaiono meno disarticolate le realtà web di aziende e apparati amministrativi.