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Clima di nuovo teso a Ficulle. No del Consiglio Comunale e del centro sinistra all'estromissione della figura del Sindaco dal Direttivo della Casa di Riposo

giovedì 26 novembre 2009
Clima di nuovo teso a Ficulle. No del Consiglio Comunale e del centro sinistra all'estromissione della figura del Sindaco dal Direttivo della Casa di Riposo

Clima di nuovo teso, a Ficulle, per le vicissitudini della "Casa della Divina Provvidenza per il Riposo della Vecchiaia", già al centro, in passato, di varie polemiche cittadine. A riaccendere la miccia, questa volta, è la proposta di alcuni consiglieri del Consiglio direttivo della Casa di riposo, accolta dal Presidente, di inserire, nelle modifiche allo Statuto che saranno portate all'assemblea dei soci il prossimo 29 novembre, l'estromissione del Sindaco del Paese dall'organo di gestione della ONLUS.

Di fronte a questa decisione si è già mobilitato il Consiglio Comunale di Ficulle, con un documento discusso nella seduta dello scorso martedì 24 novembre che chiede al Consiglio direttivo della Divina Provvidenza che venga immediatamente ritirata la proposta di abolire la rappresentanza della Comunità ficullese nella gestione della ONLUS, che non venga proposta alcuna modifica della composizione del Consiglio Direttivo, che venga rinviata l'assemblea dei Soci, rivalutando l'opportunità di integrare e/o modificare lo statuto dopo un'approfondita e responsabile riflessione che non ne snaturi l'essenza originaria.

A protestare contro l'orientamento del Direttivo della Casa di riposo è anche la Coalizione di Centrosinistra che, in attesa di una pubblica assemblea sull'argomento convocata per la serata di oggi, si riconosce pienamente nel documento approvato dal Consiglio Comunale e, giudicando "inaccettabile" la decisione di estromettere il Sindaco del paese dall'organo di gestione della ONLUS, esprime "la sua grande preoccupazione per le conseguenze avverse che potrebbero ricadere, in conseguenza di detta presa di posizione, sugli assistiti e sugli operatori della Casa e sulla Comunità di Ficulle".

"La proposta arbitraria di sottoporre all'Assemblea dei Soci il nuovo statuto che esclude il Sindaco dal Consiglio Direttivo - afferma la coalizione in una nota - determina da parte della ONLUS una svolta gestionale di tipo autoritario e di chiusura nei confronti dell'Amministrazione Comunale e di tutta la Comunità ficullese. Riteniamo che la figura del Sindaco sia la migliore rappresentanza dell'intera Comunità a tutela e garanzia della conduzione di questa Fondazione che, oltre a rappresentare l'Istituzione storica per eccellenza del paese, costituisce la prova tangibile dello spirito di solidarietà e della particolare attenzione ai problemi sociali dei Ficullesi. Auspichiamo quindi - si conclude - che il Consiglio Direttivo della ONLUS, a seguito della nostra pressante richiesta, riconsideri le decisioni annunciate e rivaluti serenamente la situazione, aprendosi ad un confronto chiaro e leale, per andare incontro alle aspirazioni democratiche di cui questo Paese è sempre stato espressione".

Pubblichiamo di seguito il documento licenziato dal Consiglio Comunale.

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE del 24/11/2009

Il Consiglio Comunale di Ficulle apprende con sgomento l'intenzione del Consiglio Direttivo della ONLUS "Casa della Divina Provvidenza per il Riposo della Vecchiaia" di sottoporre all'assemblea dei Soci, già convocata per il 29 novembre prossimo venturo, un nuovo statuto che prevede l'estromissione del Sindaco dall'organo di gestione dell'Istituzione. L'iniziativa condivisibile di integrare o modificare lo statuto carente sotto diversi aspetti e, come riportato dal Presidente durante il Consiglio Direttivo del 23 luglio 2009, "troppo generico e poco articolato", a detta dell'Ufficio delle Entrate, non può trasformarsi in un'operazione di stravolgimento dello spirito originario che voleva nel Sindaco e nel Parroco, consiglieri di diritto, i due rappresentanti di TUTTI I CITTADINI DEL PAESE. La ricorrenza, in questi giorni, dell'85° anno della fondazione della Casa della Divina Provvidenza avrebbe dovuto indurre i promotori di questa proposta, sostenuta solo da 4 consiglieri su 7, ad una riflessione approfondita sulle intenzioni del fondatore nel redigere l'atto costitutivo dell'Ente. L'inserimento, oltre ai consiglieri elettivi, delle due figure più rappresentative del paese nel Consiglio Direttivo ha una duplice valenza:
1) legare inscindibilmente e tenacemente questa Istituzione benefica al suo territorio e alla sua comunità. Ciò trova riscontro nel profondo legame che si è creato tra tale Istituzione e tutti i Ficullesi in questi 85 anni di storia.
2) riconoscere alla carica di consigliere di diritto una funzione di garanzia per la cittadinanza sull'operato dell'organo di gestione dell'Istituzione che, già in passato come Ente Morale ed oggi in quanto ONLUS, è depositaria di contenuti sociali ed etici irrinunciabili.
Non è accettabile che la trasformazione da IPAB a ONLUS, a suo tempo unanimemente condivisa per consentire snellezza operativa e flessibilità gestionale, possa essere utilizzata per rescindere il legame con il Comune che si esplicava attraverso la riserva per il Comune stesso di un membro nel consiglio direttivo.
LA CASA DI RIPOSO È PATRIMONIO DELLA COMUNITÀ FICULLESE E TALE DEVE RESTARE.
La permanenza del Comune nel Consiglio Direttivo è garanzia perché quanto realizzato in quasi 100 anni rimanga nella disponibilità collettiva ed, inoltre, è garanzia di trasparenza pubblica nella gestione.
E' per tutto questo che l'iniziativa di escludere la rappresentanza della Comunità ficullese dal governo della Casa della Divina Provvidenza, oltre ad annullare lo spirito originario che ha dato vita all'associazione, suona come un oltraggio perpetrato contro il Fondatore, che a quello straordinario e lungimirante progetto ha dato concretezza, e contro i cittadini tutti di questo paese che in quella Istituzione riconoscono uno dei denominatori comuni della propria storia recente.
E' altresì inaccettabile come motivo di esclusione della rappresentanza del Comune nell'organo di gestione della ONLUS che nel verbale della seduta del Consiglio Direttivo del 5 novembre 2009, a giustificazione della decisione addotta dal Presidente, si parli genericamente di una "non collaborazione" e "di ostruzionismo" da parte del Sindaco.
Tali affermazioni, vista la gravità della decisione conseguente, avrebbero dovuto essere suffragate da una adeguata documentazione, che potesse dimostrare la reale volontà di arrecare danno all'Ente e/o i danni concretamente causati dal contestato comportamento del Sindaco. Esse costituiscono invece una generica ed infondata accusa contro l'atteggiamento di chi esercitando con senso di responsabilità e con pieno diritto il proprio ruolo di garante espone il suo punto di vista sulla conduzione di una azienda, che, seppur privata, ha, data la natura dei servizi erogati, una connotazione di interesse pubblico. Gli indirizzi strategici di un ente, condotto non da un singolo individuo ma da un insieme di persone legittimamente incaricate, come nel caso della nostra ONLUS, sono garantiti come validi ed efficaci non sempre e soltanto dal consenso unanime: la pluralità di proposte così come l'apporto di riflessioni critiche sono indispensabili per assicurare il giusto funzionamento del Consiglio Direttivo. La normale dialettica e contrapposizione all'interno dell'organo di governo di un Ente è garanzia di correttezza e di imparzialità nelle scelte adottate e va salvaguardata: sopprimerla sarebbe un atto di intollerabile prevaricazione.
Sono da stigmatizzare anche le modalità con cui si è giunti alla decisione di estromettere il Sindaco dal Consiglio Direttivo. Come riportato nel verbale del 5 novembre 2009, si apprende dal Presidente che "preso atto del parere del legale dell'Istituto e l'intenzione di una parte dei consiglieri, si è arrivati ad apportare tale proposta di modifica da sottoporre alla valutazione dell'assemblea". E' irregolare che l'intenzione dei consiglieri non sia stata recepita in sede di Consiglio Direttivo, regolarmente convocato: è questo il luogo per assumere le decisioni da adottare, specie se si tratta di decisioni che vanno a toccare il cuore dell'Istituzione. E' altresì irregolare che i consiglieri in questione siano coperti dall'anonimato: per garanzia di trasparenza, ogni decisione dell'organo direttivo regolarmente convocato ed ogni posizione individuale rispetto alle singole questioni esaminate devono essere convalidate da una votazione che evidenzia le persone che sono favorevoli, astenute e contrarie. Vista la portata della decisione assunta, è motivo di estrema preoccupazione e, per certi versi, inquietante che tutti questi aspetti non siano stati presi in debita considerazione.
Infine, è quanto meno singolare che una decisione presa in modo arbitrario solo da alcuni consiglieri, con esclusione di altri, sia sottoposta ad approvazione da parte del Consiglio Direttivo, il 5 novembre 2009 senza la necessaria discussione su un documento che, messo a disposizione dei singoli consiglieri solo dopo richiesta esplicita del Sindaco, non è stato nemmeno letto ed è stato rinviato per l'approvazione definitiva all'assemblea dei Soci, convocata per il 29 novembre 2009 (a distanza di soli 24 giorni). E' inaccettabile che una decisione così importante e sostanziale venga presa con tanta fretta e superficialità.
In considerazione della gravità e degli effetti delle argomentazioni esposte, il Consiglio Comunale esprime una forte e ferma disapprovazione nei confronti della proposta del Consiglio Direttivo della Casa di estromettere il Sindaco dall'organo di governo dell'Istituzione ficullese, poiché ciò snaturerebbe lo spirito originario che ispirò il Fondatore dell'Ente.
Pertanto, il Consiglio Comunale chiede al Consiglio Direttivo:
- che venga immediatamente ritirata la proposta di abolire la rappresentanza della Comunità ficullese nella gestione della ONLUS;
- che non venga proposta alcuna modifica della composizione del Consiglio Direttivo;
- che venga rinviata l'assemblea dei Soci, rivalutando l'opportunità di integrare e/o modificare lo statuto dopo un'approfondita e responsabile riflessione che non ne snaturi l'essenza originaria.